Amianto, Sentenza Fincantieri in appello – soddisfazione INAIL

La Corte di Palermo, pur riducendo la condanna dei tre vertici dello stabilimento per l’avvenuta prescrizione di alcuni capi d’imputazione, ha sostanzialmente ratificato l’impianto accusatorio del processo di primo grado. Per l’INAIL, costituito parte civile, il giudizio ha disposto una conferma significativa della provvisionale assegnata a suo favore

Amianto, Sentenza Fincantieri in appello

La Corte di Palermo, pur riducendo la condanna dei tre vertici dello stabilimento per l’avvenuta prescrizione di alcuni capi d’imputazione, ha sostanzialmente ratificato l’impianto accusatorio del processo di primo grado.

Per l’INAIL, costituito parte civile, il giudizio ha disposto una conferma significativa della provvisionale assegnata a suo favore

Una sentenza di grande importanza, non solo per quanto l’amianto, ma anche per tutta Palermo che, nel corso di tanti, troppi anni, ha assistito impotente alla morte – per eccesso di esposizione alla fibra killer – di decine di lavoratori dello stabilimento Fincantieri presso il cantiere navale della città.

L’INAIL ha accolto con grande soddisfazione il recente pronunciamento della Corte di Appello: la riduzione della pena inflitta in primo grado ai tre ex vertici della struttura siciliana non rappresenta, infatti, una smentita dell’impianto accusatorio – al cui sostegno l’INAIL ha partecipato in modo significativo a seguito della propria costituzione come parte civile – ma, al contrario, una sua sostanziale ratifica.

Dall’INAIL il contributo tecnico a sostegno dell’accusa.
A motivare la decisione della Corte è stata l’intervenuta prescrizione di alcuni capi d’imputazione per fatti precedenti al 1997: giudizio che, tuttavia, ha ribadito la condanna dei tre imputati per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose, a fronte della richiesta di assoluzione per non aver commesso il fatto avanzata, invece, dalla difesa.

In tale contesto, pertanto, assume particolare significato la conferma della provvisionale di 4,1 milioni di euro a favore dell’INAIL che – rappresentata dall’avvocato Salvatore Cacioppo – ha svolto un ruolo estremamente significativo nell’arco del lungo processo penale, in particolare sotto il profilo dell’apporto di carattere tecnico fornito a sostegno delle tesi accusatorie.

L’accusa: reato di omicidio e lesioni colpose a danno di 61 lavoratori.

all’interno del cantiere navale di Palermo, con la conseguente esposizione – diretta e indiretta – dei lavoratori alla sostanza.

… omissis ..

Ridotte le pene, ma confermata la condanna.
Il procedimento di primo grado si concluse con la sentenza che – anche in accoglimento delle tesi dell’INAIL – assegnò ai tre ex dirigenti pene molto severe (rispettivamente per sette anni e mesi sei di reclusione, per sei anni 6 di reclusione e per tre anni di reclusione, oltre al risarcimento dei danni in favore delle parti civili costituite).
L’impugnazione del verdetto in Appello si è limitata, quindi, a estinguere alcuni reati per l’intervenuta prescrizione: riducendo sì quanto inflitto in primo grado, ma confermando la condanna e quanto disposto a favore dell’INAIL e delle altre parti civili.

Ancora pendenti cinque procedimenti contro gli stessi imputati.
Attualmente restano pendenti in primo grado presso il tribunale palermitano altri cinque procedimenti penali contro gli stessi imputati, in merito allo stesso oggetto e in riferimento ad altre vittime: anche in questi procedimenti l’Istituto sin è da subito costituito parte civile e sta fornendo alla magistratura il massimo contributo.

Fonte: INAIL

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