Amnesty International, pubblicato il report 2019 sulla pena di morte nel mondo

Il rapporto “Condanne a morte ed esecuzioni nel 2019” di Amnesty International segna un calo delle esecuzioni, che raggiungono un minimo storico, ma alcuni Paesi sono in controtendenza e mancano i dati della Cina.

Diminuiscono le esecuzioni documentate, il 5% in meno rispetto al 2018, confermando una riduzione in corso negli ultimi anni, e tre stati – Iran, Arabia Saudita e Iraq – sono responsabili dell’81% delle sentenze capitali. È quanto emerge dal Rapporto 2019 sulla pena di morte di Amnesty International.

Sono state almeno 657 le esecuzioni nel mondo lo scorso anno e oltre 2300 le condanne a morte comminate, valori che non includono la Cina dove i dati sulla pena capitale continuano a essere classificati come segreto di stato. Se l’Iran è, escludendo la Cina, il paese con il numero più alto di esecuzioni (almeno 251), a destare maggiore attenzione è l’Arabia Saudita che con 184 persone messe a morte tocca il valore più alto mai registrato da Amnesty International, in un anno, nel paese.

Tra le tendenze più incoraggianti, il calo, per la prima volta dal 2011, del numero di paesi esecutori nella regione Asia e Pacifico con Giappone e Singapore che hanno ridotto drasticamente il numero di persone messe a morte, l’annuncio da parte del Presidente della Guinea Equatoriale della presentazione di un progetto di legge per l’abolizione della pena capitale, l’eliminazione della pena di morte con mandato obbligatorio nelle Barbados.

Condanne a morte ed esecuzioni nel 2019
INDICE
Nota sui dati di Amnesty International riguardanti l’uso della pena di morte
L’USO DELLA PENA DI MORTE NEL 2019
DATI GLOBALI
PANORAMICHE REGIONALI
AMERICHE
ASIA E PACIFICO
EUROPE E ASIA CENTRALE
MEDIO ORIENTE E AFRICA DEL NORD
AFRICA SUBSAHARIANA

APPENDICE 1: CONDANNE A MORTE ED ESECUZIONI NEL 2019
ESECUZIONI NEL 2019
CONDANNE A MORTE NEL 2019

APPENDICE 2: PAESI ABOLIZIONISTI E MANTENITORI AL 31 DICEMBRE 2019
APPENDICE 3: RATIFICHE DEI TRATTATI INTERNAZIONALI AL 31 DICEMBRE 2019

Approfondimenti

Precedente

Prossimo