Analisi dell’Agenzia Europea dell’Ambiente sulla situazione dell’economia circolare in Unione europea

L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha recentemente pubblicato due briefing che valutano rispettivamente le tendenze del tasso di utilizzo circolare dei materiali e i progressi compiuti dai Paesi membri rispetto al tasso di riciclo dei rifiuti urbani e da imballaggio.

 

Il 17 maggio 2023 l’Agenzia Europea dell’Ambiente (European Environment Agency, EEA) ha pubblicato un briefing che valuta le tendenze del tasso di utilizzo circolare dei materiali nell’uso e gli impatti ambientali del loro uso.
Secondo l’analisi dell’EEA il tasso di utilizzo circolare dei materiali (CMUR) nel 2021 era dell’11,7% nell’UE-27 (dei 7,2 miliardi di tonnellate di materiali utilizzati nell’economia dell’UE, l’11,7% è costituito da rifiuti riciclati), aumentando di 3,4 punti percentuali tra il 2004 e il 2021, ma, a questo ritmo, l’UE non sarà in grado di raggiungere l’obiettivo di raddoppiarlo al 2030 come previsto dal Piano d’azione europeo per l’economia circolare. Per raggiungere l’obiettivo, sottolinea l’EEA, non sarà sufficiente aumentare le quote di riciclaggio dei rifiuti, ma dovranno essere messe in atto altre strategie, come, ad esempio, la riduzione dell’uso di metalli, minerali non metallici e combustibili fossili e l’aumento della sostenibilità della produzione di biomasse.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha prodotto inoltre un altro briefing, pubblicato l’8 giugno, che valuta i progressi compiuti dai paesi membri rispetto al tasso di riciclo dei rifiuti urbani e dei rifiuti da imballaggio, i cui obiettivi al 2025 corrispondo rispettivamente al 55% e al 65%.
Secondo le valutazioni dell’EEA solo nove dei ventisette Stati membri dell’Unione europea hanno un’alta probabilità di raggiungere gli obiettivi di riciclo dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio fissati per il 2025: Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Slovenia. Degli altri diciotto, dieci rischiano seriamente di mancare entrambi gli obiettivi, mentre otto solo quello relativo ai rifiuti urbani.
Il briefing analizza poi gli obiettivi di riciclo specifici per le diverse tipologie di imballaggio: 75% per carta e cartone, 70% per il vetro e per i metalli ferrosi, 50% per l’alluminio e per la plastica e 25% per il legno. Gli imballaggi in plastica risultano il flusso di rifiuti più difficile da riciclare: per diciannove Stati membri questo potrebbe condurre al non raggiungimento del target al 2025. Anche l’Italia, che è sulla buona strada per tutto il resto, potrebbe mancare questo obiettivo, mentre sono a buon punto il Belgio, l’Estonia, la Germania, la Lituania, i Paesi Bassi, la Repubblica Ceca, la Slovenia e la Svezia.

Fonte: Amici della Terra

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