ANMIL per le donne, “Prendersi cura di chi ci cura”

Presentato da AMNIL, il 26 febbraio 2015, lo studio “Prendersi cura di chi ci cura” per la sicurezza delle donne che operano nel campo dell’assistenza sanitaria.

Per la Giornata della Donna l’ANMIL ha presentato giovedì 26 febbraio, con una Conferenza stampa nella Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, uno Studio sui rischi legati al lavoro delle donne che operano nel settore della sanità “Prendersi cura di chi ci cura – La sicurezza e la tutela sul lavoro delle donne che operano nel campo dell’assistenza sanitaria”, realizzato da alcuni dei più qualificati professionisti ANMIL in materia statistica e giuridica e il Disegno di Legge n. 1769 della Senatrice Silvana Amati a tutela dei superstiti dei caduti sul lavoro e delle vittime del lavoro.

I lavori della Conferenza stampa sono stati aperti dalla Sen. Silvana Amati, Segretario di Presidenza del Senato e Componente Commissione straordinaria per la tutela e la promozione diritti umani; da Franco Bettoni, Presidente nazionale ANMIL e da due componenti del Gruppo Donne ANMIL per le Politiche femminili.

A seguire, la presentazione dello studio da parte degli autori: Franco D’Amico, Coordinatore dei Servizi Statistico-informativi ANMIL e Maria Giovannone, Responsabile scientifico di ANMIL Sicurezza realizzato con il contributo del Prof. Domenico Della Porta, Medico del lavoro e Consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali del Senato.

Sono intervenuti: il Presidente Commissione Lavoro della Camera On. Cesare Damiano, il Presidente Commissione Lavoro del Senato Sen. Maurizio Sacconi; la Presidente Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali del Senato, Sen. Camilla Fabbri; il Direttore generale dell’INAIL, Giuseppe Lucibello e il Presidente CIV INAIL, Francesco Rampi.

La scelta del tema dell’indagine è frutto della valutazione dei dati INAIL dai quali emerge che nel settore sanitario la presenza femminile raggiunge circa il 70% del personale. Peraltro, tale preponderanza non è più circoscritta a categorie storicamente femminili e di supporto, come la professione infermieristica, ma inizia a incidere anche sui ruoli apicali. Nell’arco di una quindicina di anni, infatti, sono quasi raddoppiati i direttori generali donna mentre i “medici in camice rosa” hanno nettamente sorpassato gli uomini.

Da questa situazione consegue che la sanità risulta uno dei pochissimi settori in cui l’incidenza degli infortuni femminili è superiore a quella maschile e, pur causando infortuni di non elevata gravità, provoca 600mila giornate lavorative perse.

Fonte: ANMIL

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