Anniversario del bando dell’amianto, CGIL-CISL-UIL chiedono di riprendere un’azione decisa di lotta all’asbesto

Nel 27° anniversario della Legge 257 che ha decretato la messa la bando dell’amianto in Italia CGIL-CISL-UIL denunciano i gravi ritardi nelle bonifiche. Meno di un quarto dell’amianto presente sul territorio è stato rimosso e continua la strage silenziosa di oltre 3 mila vittime all’anno a causa dell’aspesto.

Comunicato stampa unitario CGIL CISL UIL

27 marzo 1992– 2019: 27° anniversario del bando dell’amianto
Riprendere un’azione decisa di lotta all’amianto

Il 27 marzo ricorre il 27° anniversario della Legge 257 che nel 1992 decretava la messa la bando dell’amianto nel nostro Paese.
Dopo 27 anni è stato bonificato meno di un quarto dell’amianto presente nelle nostre abitazioni, negli uffici e nelle imprese, mentre continua la strage silenziosa di oltre 3.000 vittime all’anno a causa dell’amianto.
CGIL CISL e UIL insieme alla Conferenza delle Regioni e all’ANCI, l’associazione dei Comuni, hanno richiesto ai Ministri Di Maio, Grillo e Costa, di attivare gruppi di confronto nei singoli Ministeri e di riattivare la cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, insediato dai precedenti governi, per accelerare i programmi delle bonifiche, per migliorare la tutela sanitaria e soprattutto per assistere e indennizzare le vittime e i loro familiari con un deciso potenziamento delle prestazioni economiche del Fondo per le Vittime dell’Amianto.
Cogliamo l’occasione del 27° anniversario della legge 257 del 1992 per rinnovare la richiesta ai Ministri Di Maio, Grillo e Costa di attivare gruppi di confronto nei rispettivi Ministeri e la ricostituzione del Comitato Interministeriale presso la Presidenza del Consiglio per riprendere una azione decisa e incisiva per liberare definitivamente i lavoratori e i cittadini italiani dalle minacce mortali dell’amianto.

I Segretari Confederali Nazionali
CGIL Emilio Miceli
CISL Angelo Colombini
UIL Silvana Roseto

Per approfondire leggere l’articolo di Rassegna Sindacale al primo link.

Fonte: CGIL

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