Approvato dall’Unione Europea il rinnovo dell’autorizzazione al glifosato per altri 5 anni

Gli Stati Membri dell’Unione Europea hanno votato il 27 novembre 2017, dopo il mancato accordo del 9 novembre, a favore del rinnovo della licenza del glifosato per altri 5 anni. Diciotto gli Stati favorevoli (inclusi Polonia, Romania e Bulgaria che precedentemente si erano astenuti), nove i Paesi che hanno votato contro (tra cui l’Italia) e un solo astenuto.

L’ambiente e l’Europa perdono un’occasione storica. Dopo il mancato accordo del 9 novembre 2017, gli Stati Membri dell’Unione Europea hanno votato il 27 novembre a favore del rinnovo della licenza del glifosato per altri 5 anni. Sono stati 18 gli Stati favorevoli, inclusi Polonia, Romania e Bulgaria che precedentemente si erano astenuti, 9 sono i Paesi che hanno votato contro – tra cui l’Italia – e uno solo si è astenuto.

Il voto mostra come la maggior parte dei governi europei non abbia rispettato il volere di oltre un milione di cittadini europei che aderendo all’European Citizens Initiative (Ice) intendevano eliminare l’erbicida dal sistema alimentare e dall’ambiente. Inoltre, il fatto che gli Stati Membri non fossero riusciti a raggiungere un accordo nei numerosi incontri precedenti potrebbe aver spinto la Commissione a decidere per il rinnovo.

Unica consolazione quella che, mentre a livello politico si è deciso di continuare a impiegare il famoso erbicida, diverse città e stati hanno scelto autonomamente di restringere il campo di applicazione del glifosato, il principio attivo del diserbante Roundup della Monsanto.

Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, afferma: “Il voto di oggi rappresenta una decisione politica che va contro i cittadini, una decisione che non ha tenuto conto dell’indirizzo del Parlamento e che antepone il profitto alla sostenibilità e alla salute dell’ambiente e delle persone. Sono decisioni di questo tipo che allontanano i cittadini dall’Europa”.

Quel che è certo è che la campagna di dissenso contro il glifosato non si ferma qui ma continuerà a monitorare la situazione per i prossimi 5 anni.

Hanno votato a favore: Bulgaria, Rep. Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Spagna, Lettonia, Lituania, Ungheria, Olanda, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia, Regno Unito.
Hanno votato contro: Belgio, Grecia, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Austria.
Astenuti: Portogallo

La decisione arriva dopo ripetuti fallimenti nel raggiungimento della maggioranza qualificata presso il Comitato permanente e di nuovo in seno alla Commissione d’appello del 29 giugno 2016, entrambe le commissioni che rappresentano gli Stati membri. Il 29 giugno 2016, la Commissione europea ha esteso l’approvazione del glifosato per un periodo limitato per consentire all’Agenzia europea delle sostanze chimiche di condurre una valutazione della potenziale cancerogenicità del glifosato. L’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha inviato il suo parere alla Commissione europea il 15 giugno 2017. L’attuale approvazione del glifosato scade il 15 dicembre 2017. Si sono svolti diversi cicli di discussioni tra la Commissione e rappresentanti dei governi europei: il 20 luglio, 5 ottobre e il 25 ottobre. Il 9 novembre 2017 presso il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi, gli Stati membri hanno votato la proposta della Commissione per il rinnovo del glifosato per 5 anni.

Commercializzato dal 1974, il glifosato nel 2015 è stato classificato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”. Due mesi dopo aver sentito il parere della Iarc, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) è giunta alla conclusione opposta: a suo avviso, infatti, il glifosato è “improbabile che possa rappresentare un pericolo cancerogeno per l’uomo”. Tuttavia, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha basato la sua raccomandazione su un rapporto Ue che copia e incolla analisi da uno studio della Monsanto, con pagine dello studio identiche ai passaggi di una domanda presentata dalla Monsanto per conto della Glyphosate Task Force (GTF), un ente industriale guidato dalla società.

Fonte: Slow Food

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