ARPAT pubblica “Fitofarmaci – Classe di impatto potenziale (CIP). Un indicatore per guidare nelle scelte di sostenibilità”

L’indicatore CIP (Classe di Impatto Potenziale), elaborato utilizzando dati ambientali, ecotossicologici e tossicologici ricavati dalla banca dati PPDB, associato alla quantità di fitofarmeci impiegata sintetizza il grado di pressione ambientale generato da una moltitudine di prodotti presenti sul mercato.

Nella relazione “Fitofarmaci – Classe di impatto potenziale (CIP). Un indicatore per guidare nelle scelte di sostenibilità” viene proposto l’indicatore Classe di Impatto Potenziale (CIP) da associare alla quantità impiegata di fitofarmaci per rappresentare il grado di pressione ambientale generato da una moltitudine di prodotti presenti sul mercato caratterizzati da proprietà e caratteristiche ambientali fra loro molto diversificate.

La CIP di oltre 570 sostanze attive è stata elaborata utilizzando dati ambientali, ecotossicologici e tossicologici ricavati dalla banca dati PPDB, Pesticide Properties Database.

L’indicatore, da solo o associato alla quantità di fitofarmaci, può costituire una guida per indirizzare le scelte di sostenibilità ambientale nelle politiche di riduzione dell’impatto da pesticidi in determinati territori, in particolari contesti e a protezione di determinati recettori.

Può trovare applicazione come supporto nella fase progettuale di pianificazione territoriale (ad esempio i piani di sviluppo rurale) o settoriale (ad esempio i piani di gestione delle acque, la regolamentazione delle aree di salvaguardia) finalizzata ad una maggiore tutela ambientale ed anche come strumento di monitoraggio e di valutazione del risultato di strategie sostenibili in ambito agricolo.

Fonte: ARPAT

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