Commentando la sentenza, la difesa ha sostenuto che Pesenti “non meritava una simile imputazione”. La sua assoluzione, infatti, “conferma quanto era stato già deciso nel 2007 dal tribunale di Milano, che all’esito di analoga indagine della procura di Milano sulla Franco Tosi dichiarò il non luogo a procedere per tutti gli imputati, ritenendo insussistenti i medesimi addebiti oggetto di questo procedimento, che è arrivato alle stesse conclusioni”. Nella stessa nota, i legali del presidente del gruppo Italcementi hanno ribadito “la solidarietà alle famiglie dei lavoratori deceduti, che ha già trovato concreto riscontro in un indennizzo” e rilevano che “la decisione del tribunale stabilisce che l’ingegnere non aveva un ruolo operativo nella gestione della società”.
Per il pm Maurizio Ascione, che aveva chiesto al tribunale di condannarlo a sei anni di carcere, l’84enne Pesenti era invece responsabile di una “grave carenza in relazione ai dispositivi di sicurezza per il rischio di esposizione all’amianto’’, in quanto tra il 1973 e il 1980 era stato componente del comitato esecutivo della Franco Tosi. A questa carenza si sarebbe cominciato a porre rimedio negli anni successivi. Di qui la richiesta di assoluzione avanzata dallo stesso Ascione per gli altri sette ex manager dell’azienda di Legnano. Le parti civili, tra cui la Regione Lombardia, l’Associazione italiana esposti amianto e Medicina democratica, avevano chiesto un risarcimento complessivo pari a circa 660mila euro.
“Trentatré lavoratori sono morti per mesotelioma pleurico e nonostante tutte le prove, le analisi cliniche fatte dall’Università di Pavia, la mole di documenti prodotta in questi anni, ora ci troviamo di fronte ad assoluzioni ‘per non aver commesso il fatto’ o perché ‘il fatto non sussiste’ – ha commentato la legale delle due associazioni, Laura Mara – Siamo esterrefatti, ma temevamo un pronunciamento del genere, dopo l’esito del processo relativo all’Enel di Turbigo. Si tratta del primo grado di giudizio e se il pm Ascione farà appello, lo faremo senz’altro anche noi”.