Aumenta l’utilizzo di pile e batterie, la situazione della raccolta differenziata e della normativa di settore

La raccolta di pile e accumulatori portatili registra nel 2019 una crescita del 5%. La domanda di questi prodotti è in rapida crescita e questo necessita la revisione della normativa di settore.

Il Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori (CDCNPA) ha il compito di coordinare, in Italia, la filiera di raccolta e avvio a trattamento, riciclo e smaltimento di pile e accumulatori esausti e nel 6° rapporto, riferito ai dati 2019, evidenzia che la raccolta di pile e accumulatori portatili registra una crescita del 5% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 10.968.215 kg di rifiuti.

Il rapporto oltre ai trend riguardanti i quantitativi, mette in evidenza come, negli ultimi anni, ci sia stato un aumento sul mercato degli accumulatori ricaricabili a scapito delle pile “usa e getta”. Secondo una stima del CDCNPA, nel 2014 gli accumulatori al litio rappresentavano appena l’11% del totale mentre oggi si attestano al 25%, in crescita costante. Questo significa che le batterie presenti nelle apparecchiature hanno mediamente cicli di vita sempre più lunghi e quindi gli accumulatori immessi in un certo anno sul mercato saranno esausti dopo due o più anni, diminuendo, di fatto, i quantitativi disponibili per la raccolta.

Dai dati emerge che, anche per il 2019, questa specifica tipologia di rifiuti è stata raccolta in modo preponderante al Nord Italia, dove sono stati raccolti 3.663.171 kg, ossia circa i tre quarti del totale nazionale (+9,4% rispetto al 2018).
L’area Centro registra una leggera flessione della raccolta di circa il 3,2%, mentre il Sud e le isole superano il mezzo milione di kg raccolti, aumentando di oltre il 15% rispetto all’anno precedente.
Aumenti significativi sono stati registrati in: Calabria (+82,44%), Puglia (+46,12%) e Veneto (+31,44%).

Per quel che riguarda, invece, la raccolta degli accumulatori industriali e per veicoli, il sistema di raccolta si basa un approccio di libero mercato. Il valore delle materie prime che si ottengono dal recupero di questo tipo di batterie, come il piombo, rendono il riciclo un’attività che genera valore economico al netto dei costi di raccolta, gestione e trattamento.
I detentori di questo tipo di rifiuti, siano essi officine, autoricambi o grandi utilizzatori, possono contattare direttamente i Sistemi individuali o collettivi iscritti al CDCNPA e scegliere quello che offre le condizioni operative ed economiche migliori. In alternativa possono rivolgersi al produttore/importatore che ha l’obbligo di garantire la gestione del fine vita dei prodotti che ha immesso sul mercato.

Il CDCNPA mantiene comunque un importante ruolo anche nel settore degli accumulatori industriali e per veicoli dato che monitora l’intero sistema, lo armonizza e ne contabilizza i risultati. Per quanto riguarda questa particolare tipologia di rifiuti, il CDCNPA, nel corso del 2019, ha raccolto 176.269.000 kg di rifiuti, registrando una leggera flessione rispetto all’anno precedente (-4%).

La domanda di pile e batterie è in rapido aumento e si prevede che entro il 2030 aumenti di 14 volte, trainata soprattutto dal trasporto elettrico, che rende questo mercato sempre più strategico a livello mondiale. Dati i mutamenti delle condizioni socioeconomiche, della tecnologia, dei mercati e degli usi di questi prodotti, appare sempre più necessario aggiornare il quadro legislativo.

A livello nazionale, l’impianto normativo si basa sul Decreto Legislativo n. 188, del 20 novembre 2008, con cui si è data attuazione a quanto stabilito nella Direttiva 2006/66/CE.

La Commissione UE, di recente, ha proposto di apportare modifiche alla legislazione europea sulle batterie (portatili, industriali, per autoveicoli e veicoli elettrici), affrontando alcune questioni fondamentali, come, la loro efficienza, la riduzione del loro impatto ambientale e del loro ciclo di vita e post vita.
Il primario obiettivo è che le pile e le batterie, immesse nel mercato della UE, divengano sostenibili, altamente efficienti e sicure lungo tutto il loro ciclo di vita, questo significa che dovranno essere prodotte con il minore impatto ambientale possibile, utilizzando materiali ottenuti nel pieno rispetto dei diritti umani e dell’ambiente.

Nel futuro, le pile e le batterie dovranno durare a lungo, offrire sicurezza e, una volta inservibili, essere destinate ad una seconda vita, rigenerate o riciclate, in modo che i materiali di valore in esse contenuti siano nuovamente immessi nell’economia.

Con il nuovo Regolamento, la Commissione UE propone alcuni requisiti obbligatori per tutte le pile e batterie (portatili, industriali, per autoveicoli e veicoli elettrici) immesse sul mercato dell’UE, quali:
– l’obbligo di usare materie ottenute in modo responsabile;
– le restrizioni all’uso di sostanze pericolose;
– il contenuto minimo di materiali riciclati, l’impronta di carbonio, l’efficienza, la durabilità e l’etichettatura;
– il rispetto degli obiettivi di raccolta e riciclaggio sono vincoli essenziali per lo sviluppo di un’industria delle pile e batterie più sostenibile.

Migliorando la fabbricazione e l’efficienza di questi prodotti si contribuirà in modo determinante all’elettrificazione del trasporto su strada, che a sua volta ridurrà nettamente le emissioni, accelererà la diffusione dei veicoli elettrici e favorirà l’aumento della quota di rinnovabili nel mix energetico dell’UE.

La proposta di regolamento, al momento, prevede che, presumibilmente, a partire dall’1 luglio 2024 potranno essere immesse sul mercato solo pile e batterie ricaricabili usate nell’industria e nei veicoli elettrici accompagnate da una dichiarazione dell’impronta di carbonio, inoltre per “chiudere il cerchio” e mantenere nell’economia europea il più a lungo possibile i materiali di valore impiegati nella loro produzione, la Commissione propone di introdurre nuovi requisiti e obiettivi per quanto riguarda i materiali riciclati e la raccolta, il trattamento e il riciclaggio di pile e batterie alla fine del loro ciclo di vita.

Con riferimento alla raccolta differenziata, la volontà dell’Europa è quella di aumentarla così come il riciclaggio; l’attuale tasso di raccolta del 45% dovrebbe salire al 65% nel 2025 e al 70% nel 2030, in modo che i materiali delle pile che usiamo in casa non vadano persi. Per quanto riguarda, invece, le pile di tipo industriale, per autoveicoli o veicoli elettrici, si prevede che vengano raccolte al 100%.
Tutte le pile e batterie raccolte dovranno essere riciclate ottenendo livelli elevati di recupero, in particolare di materiali preziosi quali cobalto, litio, nichel e piombo.

Il regolamento proposto definisce un quadro che faciliterà il cambio di destinazione delle batterie dei veicoli elettrici per dar loro una seconda vita, ad esempio come sistemi fissi di stoccaggio dell’energia o come risorse energetiche integrate nelle reti elettriche.

Quando il regolamento entrerà in vigore, la Direttiva 2006/66/CE, che è la fonte giuridica di riferimento per questo settore a livello europeo, sarà abolita.

Fonte: ARPAT

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