Aumento degli infortuni sul lavoro, la lettera della CIIP al Governo

Pubblichiamo la lettera che la Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP) ha indirizzato al Governo e alle Regioni, in merito all’aumento degli infortuni sul lavoro.

Al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte
Al Ministro della Sanità Roberto Speranza
Al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo
Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Lorenzo Fioramonti
Al Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova
Al Presidente Conferenza Regioni e P.A. Stefano Bonaccini

Gentile Presidente, gentili Ministri, gentile Presidente Conferenza Regioni,
la Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP www.ciip-consulta.it), a cui fanno riferimento 15 Associazioni tecnico scientifiche, e che compie quest’anno 30 anni di attività, esprime forte preoccupazione per l’aumento degli infortuni, in particolare gravi e mortali, verificatisi in Italia.

Desideriamo richiamare alla vostra attenzione il ruolo determinante della prevenzione negli ambienti di lavoro e di vita ai fini della riduzione degli infortuni e delle patologie professionali e ambientali; come ormai dimostrato da diversi studi per ogni euro investito in prevenzione vi sono 4 euro di guadagno in salute. E’ anche per questi motivi che la Riforma sanitaria, con lungimiranza, ha inserito le funzioni di prevenzione nel Servizio Sanitario Nazionale.

L’Italia è, però, fanalino di coda in Europa per investimenti in prevenzione: 0,5% della spesa sanitaria complessiva, contro una media UE del 2,9%. Pochissime le Regioni che investono in prevenzione il 5% del Fondo sanitario, valore da tempo stabilito, la maggior parte si attesta ben al disotto; le risorse di personale dei Servizi di prevenzione delle ASL si sono via via assottigliate, in diversi casi dimezzate, per mancato reintegro del turnover per le varie figure professionali (medici del lavoro, tecnici della prevenzione, ingegneri, chimici, assistenti sanitari) e mancati investimenti nel sistema dei Laboratori di Sanità pubblica, nella modernizzazione delle attrezzature.

Occorre a nostro avviso porre un argine a questa lenta agonia del sistema pubblico di prevenzione:

Rafforzare i Servizi delle ASL, definendone gli standard di fabbisogno di personale, per aumentare gli interventi di controllo e di prevenzione per favorire l’adozione da parte delle imprese di una maggior cultura e di un maggior impegno per la sicurezza.

Potenziare le strutture dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro per la lotta al caporalato, alla irregolarità dei rapporti di lavoro.

Rafforzare gli organici dei Vigili del Fuoco dedicati alla prevenzione.

Rafforzare il coordinamento tra le strutture del SSN e dell’I.N.L. in quanto sicurezza e salute dei lavoratori e regolarità dei rapporti di lavoro sono temi strettamente legati ma che richiedono competenze professionali assai diverse tra loro.

Valorizzare le esperienze di 40 anni di lavoro del sistema sanitario pubblico, sostenute nel Piano Nazionale Prevenzione 2014-2019 e nel prossimo 2020-2025 attualmente in elaborazione. Le esperienze dei Servizi ASL, pur nelle differenze regionali e di risorse dedicate, sono oramai consolidate nella programmazione dei controlli per priorità, (agricoltura, edilizia, amianto, rischio chimico e cancerogeno, rischio muscolo-scheletrico, stress lavoro-correlato, etc.), nel lavoro per piani mirati territoriali, nella ricerca attiva delle patologie professionali che mietono più vittime degli infortuni, nel coordinamento e controllo dell’operato delle figure aziendali, nel sostegno alla partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori (RLS), ma anche nel sostegno alle iniziative di formazione scolastica.

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