Aumento dei prezzi: garantire l’accesso alle materie prime.

Nello stesso giorno in cui la Commissione europea ha proposto una strategia contro l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, il Parlamento europeo è intervenuto perché venga garantito l’accesso alle materie prime considerato di importanza vitale per l’economia dell’UE, sottolineando che il recente rialzo dei loro prezzi stà danneggiando la crescita.

Nell’ambito della Commissione commercio estero internazionale, il 20 maggio scorso il Parlamento europeo ha chiesto una strategia in materia di accesso alle materie prime, la lotta alle speculazioni, la rimozione delle misure che distorcono la concorrenza e una nuova politica energetica. Criticando le prassi commerciali cinesi, sollecita più attenzione per i PVS, e il bando delle risorse legate ai conflitti.

Le “materie prime” e i “prodotti di base” sono prodotti alimentari agricoli, prodotti di base agricoli, metalli, minerali e prodotti energetici utilizzati come fattori di input nel processo industriale, siano essio trasformati, grezzi o riciclati.

Approvando con 602 voti favorevoli, 19 contrari e 62 astensioni la relazione di Jens Holm, il Parlamento osserva innanzitutto che l’accesso a questi prodotti “è di importanza vitale per l’economia dell’UE”, data la sua mancanza di offerta interna, ma rileva che, attualmente, non esiste una strategia europea coerente per far fronte alle sfide poste dall’accresciuta concorrenza nell’accesso alle materie prime.

I deputati europei esprimono quindi preoccupazione circa la previsioni di un aumento della domanda mondiale per tali prodotti, anche perché il recente aumento dei loro prezzi sui mercati internazionali “si è tradotto in un’assenza di crescita economica” nell’Unione europea e minaccia la sua competitività. Notano infatti che dal 2002 l’indice dei prezzi delle materie prime non combustibili è cresciuto del 159%, quello dei metalli e dei minerali del 285% e quello delle materie prime agricole del 133%. Tali aumenti, secondo il Parlamento europeo, sono dovuti ad una crescita significativa della domanda proveniente da Paesi emergenti – quali la Cina, India e Brasile – e al cambiamento delle condizioni meteorologiche.

Ma notano che questo fenomeno è determinato anche dalle pratiche restrittive adottate da taluni paesi esportatori, dalla forte espansione del mercato di agrocarburanti e della produzione di bestiame, nonché dalle speculazioni di borsa.
Nella nota che riportiamo nel link,il Parlamento approfondisce l’argomento, raccomandando l’adozione, a livello europeo e internazionale, di tutte le misure necessarie a garantire la moderazione dei prezzi che consentirebbe di uscire dalla attuale crisi alimentare.

(LG-FF)

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