L’adozione di modelli di ricaduta e dispersione, inoltre, permette di circoscrivere e georeferenziare la popolazione più esposta e di identificare i soggetti maggiormente a rischio. Tuttavia – nell’era segnata dagli approcci omici all’identificazione delle interazioni complesse tra ambiente e salute e volta a una caratterizzazione sempre più specifica e, persino, “personalizzata” dell’esposizione – l’attenzione si sposta sul diretto monitoraggio del soggetto esposto, sia mediante strumenti di rilevazione personale di esposizione, sia utilizzando nuove tecniche di indagine per identificare e quantificare gli inquinanti nelle matrici accessibili del corpo umano, un approccio che viene identificato come biomonitoraggio umano. Sebbene il numero di studi di biomonitoraggio umano abbia subito un’impennata in questi ultimi anni, esistono ancora limiti interpretativi dei risultati, spesso presentati fuori contesto e senza una diretta correlazione con il monitoraggio ambientale nella specifica area e nelle specifiche matrici, fonte di esposizione.
In questo contesto è nato il progetto European Human Biomonitoring Initiative (HBM4EU), finanziato nell’ambito di Horizon 2020 per il periodo 2017-2021, e che vede la partecipazione di 28 paesi, dell’Agenzia ambientale europea (EEA) e della Commissione europea. Il progetto si prefigge di armonizzare le procedure di biomonitoraggio nei 28 paesi partecipanti, di correlare i dati di biomonitoraggio con i dati di monitoraggio e con l’identificazione delle sorgenti di esposizione, di produrre le informazioni necessarie a supportare l’evidenza scientifica (e scientificamente difendibile) della correlazione fra esposizione e esiti sanitari, di fornire gli strumenti necessari per indagare inquinanti emergenti e miscele complesse, di sviluppare e adattare metodologie di stima del rischio che possano incorporare i dati di biomonitoraggio, e di utilizzare tutte le informazioni per supportare le politiche di riduzione dell’esposizione. La presenza (e l’interesse) di EEA in un progetto di così largo respiro e di obiettivi decisamente sfidanti pone l’accento sull’importanza del coinvolgimento delle Agenzie ambientali nella tematica e nel coordinamento delle iniziative di biomonitoraggio.