Bloccati i benefici previdenziali per gli esposti all’ amianto

Lo stop della Ragioneria dello Stato al disegno di legge di riforma previdenziale.

Il disegno di legge per la riforma previdenziale dei lavoratori esposti all’ amianto è stato definitivamente bloccato alla Commissione Lavoro del Senato, dove giace dall’ inizio della legislatura per i gravi ritardi del governo nel quantificare la copertura finanziaria. Infatti, nei giorni scorsi il Ragioniere generale dello Stato- che è emanazione diretta del Ministero delle finanze e dell’ economia ( leggi Tremonti)- ha scritto in una lettera alla stessa Commissione che ” il provvedimento, ampliando il numero dei destinatari dei benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’ amianto, determina rilevanti oneri per la finanza pubblica che non risultano né quantificati, né coperti”, quindi ” lo scrivente esprime parere assolutamente contrario all’ ulteriore corso del provvedimento”. Facile immaginare il tono delle reazioni sia di quei parlamentari che si erano impegnati nel portare avanti il disegno di legge, sia dei sindacati dei lavoratori che considerano lo stop del Ragioniere dello Stato, ovvero del Ministro Tremonti una “beffa” a danno di migliaia di lavoratori esposti all’ amianto nei luoghi di lavoro, con gravissimi rischi per la loro salute e delle loro famiglie che ora si vedranno costretti ad un lungo e difficile contenzioso. Le stime elaborate dall’ Istituto superiore di sanità parlano di una cifra di possibili beneficiari ( cioè di coloro che sono stati colpiti da mesotelioma, un tumore maligno ai polmoni) compresa tra un milione e un milione e duecentomila. Il testo unificato, frutto del lavoro unitario della Commissione, allarga la platea degli aventi diritto, in quanto non limita le facilitazioni ai soli iscritti all’ INAIL, ma le allarga agli altri enti previdenziali. Si stabilisce che se al lavoratore viene riconosciuta l’ esposizione all’ amianto, ha diritto alla pensione anticipata: ogni anno viene contabilizzato come un anno e mezzo. I 10 anni di esposizione, che sono il termine stabilito, vengono contati come fossero 15. Nella precedente legislatura su 120mila domande ne furono riconosciute 75mila. Il disegno di legge all’ esame del Senato serviva appunto a sbloccare questa situazione. Ma ” il governo – come scrive Morena Piccinini, segretaria confederale della CGIL nazionale e responsabile del dipartimento previdenza, nell’ articolo che riportiamo nel link – aveva già annunciato di voler chiudere definitivamente la partita dei benefici previdenziali dell’ amianto…sostituendo il testo elaborato dalla Commissione lavoro del Senato con un proprio testo, che da una parte estendeva teoricamente il diritto a tutti i lavoratori finora esclusi mentre dall’ altra lo negava di fatto a tutti, prendendo a riferimento per il riconoscimento dei benefici il criterio dell’ esposizione qualificata: concentrazione media annua non inferiore a 100 fibre litro come valore medio su otto ore al giorno”.

Fonte: C.G.I.L.

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