Il 2022 è stato un anno nero per i ghiacciai alpini. Legambiente e il Comitato Glaciologico Italiano hanno presentano il report finale “Carovana dei ghiacciai” che rivela ghiacciai sempre più fragili, vulnerabili e instabili per effetto della crisi climatica e del riscaldamento globale che hanno registrato in media un arretramento frontale annuale di circa 40 metri. Legambiente avanza nel report alcune proposte di policy di adattamento delle aree montane per la gestione delle acque e i rischi causati da fenomeni meteorologici estremi.
Il 2022 è stato l’anno nero per i ghiacciai alpini, sempre più fragili, vulnerabili e instabili per effetto della crisi climatica e del riscaldamento globale. Ghiacciai che ingrigiscono mentre perdono di superficie e spessore, si disgregano in corpi più piccoli confinati ad alta quota, dove aumentano fenomeni di instabilità quali frane, colate detritiche, valanghe di roccia e di ghiaccio: è la fotografia dell’emorragia glaciale vissuta dall’intero arco alpino per effetto di una crisi climatica che prosegue a ritmo irrefrenabile. Nell’ultimo anno i giganti bianchi hanno dovuto fare i conti con un’estate caldissima, caratterizzata da intense ondate di calore, record di temperature per il Nord Italia e siccità estrema.
Legambiente e il Comitato Glaciologico Italiano (CGI) hanno presentano, il 7 dicembre 2022 a Roma, il report finale di “Carovana dei ghiacciai 2022”. A corollario del report l’associazione ambientalista ha lanciato un pacchetto di proposte di policy di adattamento delle aree montane sulla gestione delle acque e rischi causati da fenomeni meteorologici estremi, raggruppati in tre ambiti d’azione: monitoraggio e attuazione, formazione e conoscenza e attuazione.
In ciascuno dei tre settori alpini (occidentale, centrale e orientale) i ghiacciai registrano un arretramento e i più piccoli e alle quote meno elevate stanno perdendo il loro “status” di ghiacciaio, riducendosi ad accumuli di neve e ghiaccio o poco più. Nelle Alpi Occidentali si registra in media un arretramento frontale annuale di circa 40 metri. Importante è il ritiro di ben 200 metri della fronte del Ghiacciaio del Gran Paradiso. A questo e agli altri ghiacciai del Parco del Gran Paradiso il report dedica un focus specifico in occasione del compimento del suo centenario.
“La crisi climatica non arresta la sua corsa, sembra anzi accelerare ad un ritmo impensabile anche dagli stessi esperti, non risparmiando le nostre montagne, sua sentinella principale” ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.
“Per i ghiacciai italiani, e non solo, il 2022 è stato l’Annus horribilis, e la Carovana dei Ghiacciai 2022, ha fotografato in modo chiaro la drammatica situazione delle nostre Alpi” ha aggiunto Valter Maggi, Presidente Comitato Glaciologico Italiano. “La temperatura più elevata di sempre nel Nord Italia oltre ad una riduzione importante delle precipitazioni ha portato al drastico ritiro delle fronti glaciali e, con poche eccezioni, a bilanci di massa estremamente negativi. Questo è il quadro che emerge dalle misure effettuate dal Comitato Glaciologico Italiano su oltre 250 ghiacciai italiani, che non fanno altro che confermare una tendenza in atto da oltre cinquant’anni”.
Legambiente ha individuato tre settori di azione a cui corrispondono una serie di proposte di policy di adattamento climatico delle aree montane:
Monitoraggio e attuazione. Comprende la necessità di approfondire le ricerche sulle variazioni dei ghiacciai e del permafrost e sul loro comportamento futuro; la promozione e il sostegno di strutture e programmi di ricerca open per la raccolta di dati di monitoraggio; l’acquisizione di nuovi scenari idrologici sui bacini montani per comprendere come cambierà in futuro la disponibilità idrica e l’istituzione di protocolli di raccolta dati e modelli logico/previsionali che permettano di avere stime affidabili delle disponibilità di risorse idriche, dei consumi reali e della domanda potenziale.
Formazione e conoscenza. Prevede la promozione a livello locale di piani per la sensibilizzazione, conoscenza e informazione sul cambiamento climatico, azioni a sostegno delle comunità locali per affrontare le conseguenze economiche del riscaldamento climatico (come l’industria del turismo invernale) e a contrasto della perdita di biodiversità e geodiversità; azioni per la valorizzazione e gestione dei beni naturali (collettivi/pubblici) presenti nei territori; l’attuazione di strumenti di sussidiarietà orizzontale per la gestione partecipata attraverso strumenti normativi (contratti di fiume, contratti di foresta, green community, Comunità di custodi di biodiversità).
Programmazione. Propone azioni di consolidamento di sinergie tra scienza, politica e società per una governance integrata del territorio; rafforzamento del ruolo delle autorità di Bacino e di Distretto; definizione di una strategia che promuova la riduzione dei consumi idrici domestici e il ricorso ad acque non potabili. Include la pianificazione e gestire le aree di alta quota e collinari, con particolare attenzione ai bacini soggetti a rischi naturali legati, e la definizione e adozione per ogni bacino dei protocolli di gestione delle siccità, in modo da superare definitivamente l’attuale approccio emergenziale. Incentiva programmi di recupero del patrimonio edilizio esistente e programmi per ridurre il consumo del suolo e lo spread urbanistico.
LA CAROVANA DEI GHIACCIAI
Un viaggio attraverso le Alpi per raccontare gli effetti dei cambiamenti climatici e promuovere la tutela della montagna di alta quota
INDICE
Introduzione
Calendario
Itinerario
Ondate di caldo
Gli impatti dell’estate 2022 su neve, ghiacciai, permafrost ed ecosistemi: l’esempio della Valle d’Aosta
Perché i ghiacciai che è possibile “misurare” sono sempre di meno?
I GHIACCIAI DELLE ALPI OCCIDENTALI
– Come stanno i ghiacciai del Gran Paradiso?
– Ghiacciaio del Miage
– Ghiacciaio del Pré de Bar
– Ghiacciaio di Indren
I GHIACCIAI DELLE ALPI CENTRALI
– Ghiacciaio dei Forni
I GHIACCIAI DELLE ALPI ORIENTALI
– Ghiacciaio della Marmolada
– Il crollo di ghiaccio del 3 luglio 2022
– Ghiacciaio del Montasio
Estate 2022: record di frane degli ultimi vent’anni in alta quota
Conclusioni
Proposte di policy di addamento su gestione delle acque e rischi causati da fenomeni meteorologici estremi
Contributi e ringraziamenti
Riferimenti bibliografici e sitografici
Fonte: Legambiente