Cassazione Penale: infortunio mortale e responsabilità del CSE per mancata alta vigilanza

Cassazione Penale, Sez. 4, 27 novembre 2020, n. 33415 – Caduta mortale da una scala in costruzione: responsabilità del CSE per mancata alta vigilanza.

In questa sentenza la Suprema Corte ha ribadito che “in tema di infortuni sul lavoro, il coordinatore per l’esecuzione dei lavori, oltre ai compiti che gli sono affidati dall’art. 5 del d.lgs. n. 494 del 1996 (ed oggi dall’art. 92 del d.lgs. n. 81 del 2008), ha una autonoma funzione di alta vigilanza circa la generale configurazione delle lavorazioni che comportino rischio interferenziale, ma non è tenuto anche ad un puntuale controllo, momento per momento, delle singole attività lavorative, che è invece demandato ad altre figure operative (datore di lavoro, dirigente, preposto), salvo l’obbligo, previsto prima dall’art. 5, comma 1, lett. b, e ora dall’art. 92, lett. f), del d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, di adeguare il piano di sicurezza in relazione alla evoluzione dei lavori e di sospendere, in caso di pericolo grave e imminente direttamente riscontrato, le singole lavorazioni fino alla verifica degli avvenuti adeguamenti da parte delle imprese interessate”.

Pertanto, il coordinatore per l’esecuzione dei lavori “non risponde di quelle violazioni che non siano strutturali, ma solo occasionali ed estemporanee e che non è tenuto a prevenire ed evitare con una presenza assidua e costante sul cantiere; risponde, invece, di quelle macroscopiche lacune nei presidi di sicurezza, in sede esecutiva, che sono state rese possibili proprio dalla sua negligente vigilanza circa la generale configurazione del cantiere, tra cui sicuramente può ricomprendersi l’assenza dei ponteggi o delle impalcature (su una sola facciata o sull’intero manufatto)”.

La Corte di cassazione ha anche precisato che “la sua funzione di alta vigilanza ha ad oggetto esclusivamente il rischio c.d. generico, relativo alle fonti di pericolo riconducibili all’ambiente di lavoro, al modo in cui sono organizzate le attività, alle procedure lavorative ed alla convergenza in esso di più imprese; ne consegue che il coordinatore non risponde degli eventi riconducibili al c.d. rischio specifico, proprio dell’attività dell’impresa appaltatrice o del singolo lavoratore autonomo”.

Nel caso di specie “il piano di sicurezza prevedeva l’installazione di ponteggi intorno al fabbricato in corso di costruzione” e “proprio sul lato ove la vittima lavorava ed è precipitata mancava il ponteggio”. Da qui la responsabilità del coordinatore, al quale è stata contestata la condotta di mancata alta vigilanza.

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