Sentenza della Cassazione Penale, Sez. 3, udienza 04 febbraio 2016 (dep. maggio 2016), n. 20743 – Lavori su lucernari, tetti e coperture: analisi sulla resistenza e misure di sicurezza
La Suprema Corte in questa sentenza si è così espressa: “Il testo della disposizione vigente all’epoca dei fatti – che non si distingue in modo essenziale, per quanto qui rileva, da quello attualmente vigente, modificato dall’art. 85, comma 1, del d.lgs. n. 106 del 2009, entrato in vigore il 20 agosto 2009 – così dispone: «1. Prima di procedere alla esecuzione di lavori su lucernari, tetti, coperture e simili, deve essere accertato che questi abbiano resistenza sufficiente per sostenere il peso degli operai e dei materiali di impiego. 2. Nel caso in cui sia dubbia tale resistenza, devono essere adottati i necessari apprestamenti atti a garantire la incolumità delle persone addette, disponendo, a seconda dei casi, tavole sopra le orditure, sottopalchi e facendo uso di idonei dispositivi di protezione individuale anticaduta». Si richiede, dunque, che il datore di lavoro accerti la resistenza della superficie su cui si dovrà lavorare e, in caso di dubbio, adotti le cautele atte a garantire l’incolumità dei lavoratori. Cosicché vi sono un’unica condotta e un unico bene-interesse tutelato dalla disposizione nel suo complesso, che risulta essere quello dell’incolumità dei lavoratori, in relazione alla quale l’adozione di apposite cautele può essere evitata dal datore di lavoro solo nel caso in cui non vi siano dubbi sulla sufficiente resistenza della superficie di lavoro. La violazione della disposizione in questione è, del resto, punita dal successivo art. 159, comma 2, lettera a), che la prende in considerazione unitariamente, senza distinguere fra comma 1 e comma 2, così confermando che la stessa non disciplina due diverse ipotesi di reato.”
Fonte: Olympus.uniurb
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