Cassazione: Stalking, quando è reato

La Corte di cassazione, con la sentenza 20993/2013 ha stabilito che è Stalking, anche se manca la “rappresentazione anticipata del risultato”

La Corte di cassazione, con la sentenza 20993/2013 ha stabilito che: per configurare il reato di stalking non occorre “una rappresentazione anticipata del risultato finale, ma, piuttosto, la costante consapevolezza, nello sviluppo progressivo della situazione, dei precedenti attacchi e dell’apporto che ciascuno di essi arreca all’interesse protetto, insita nella perdurante aggressione da parte del ricorrente della sfera privata della persona offesa”.

Per la Suprema corte, infatti, “trattandosi di reato abituale di evento, è sufficiente ad integrare l’elemento soggettivo il dolo generico, quindi la volontà di porre in essere le condotte di minaccia o di molestia, con la consapevolezza della idoneità delle medesime alla produzione di uno degli eventi alternativamente necessari per l’integrazione della fattispecie legale, che risultano dimostrate proprio dalle modalità ripetute ed ossessive della condotta persecutoria compiuta dal […] e delle conseguenze che ne sono derivate sullo stile di vita della persona offesa”.

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Il termine stalking, anglosassone, è traducibile in italiano in “caccia in appostamento” ovvero “caccia furtiva” e indica i comportamenti di tipo persecutorio che fino ad oggi non avevano rilevanza penale nel nostro ordinamento.

Il reato è oggi previsto dall’art. 612-bis codice penale – “atti persecutori” – e prevede la pena della reclusione da sei mesi a quattro anni perchiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva, ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita“.

Elementi costitutivi del reato di Stalking, sono:
– la condotta “tipica del reo
– la reiterazione di tale condotta
– l’insorgere di un particolare stato d’animo nella vittima

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