“C’è qualcosa di nuovo nell’aria – Il testo Unico Ambientale e le SVHC” di Giorgio Cozzi

Pubblichiamo l’approfondimento “C’è qualcosa di nuovo nell’aria – Il testo Unico Ambientale e le SVHC” di Giorgio Cozzi, esperto di controllo delle emissioni e inquinamento atmosferico.

“C’è qualcosa di nuovo nell’aria – Il testo Unico Ambientale e le SVHC”
di Giorgio Cozzi

Il titolo potrebbe apparire inquietante ma, niente panico: in queste righe non si parlerà del Covid-19. Piuttosto, la scorsa estate (proprio quando ci siamo forse un po’ dimenticati del famelico virus), precisamente il 30 luglio 2020, è stato emanato il D.Lgs. 102, pubblicato in G.U. il 13 agosto u.s. e conseguentemente entrato in vigore il 28 agosto 2020.

Tale decreto introduce alcune modifiche alla parte quinta del Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006, più volte aggiornato dalla sua emanazione), cioè a quella parte che, insieme ai suoi allegati, si occupa delle emissioni in atmosfera.

Sono state introdotte modifiche a diversi articoli, per lo più costitute da correzioni e precisazioni del testo precedente. Tuttavia, un po’ in sordina, visto che il titolo del recente decreto richiama gli inquinanti originati dai medi impianti di combustione (questi ultimi introdotti nel Testo Unico con D.Lgs. 183/2017), il D.Lgs. 102/2020 introduce nuovi adempimenti per le sostanze classificate H340, H350, H360 e le sostanze “estremamente preoccupanti”.

I più penseranno: le sostanze cui sono attribuiti specifichi codici di pericolo le possiamo sicuramente riconoscere, ma le altre?

L’espressione di cui sopra (estremamente preoccupanti) appare effettivamente un po’ generica, ma in tal senso ci viene in aiuto il Regolamento Reach (n. 1907/2006), anch’esso più volte aggiornato; tale regolamento identifica le SVHC (Substance of Very High Concerne), espressione che in italiano è tradotta in sostanze “estremamente preoccupanti”.

L’articolo completo di Giorgio Cozzi è disponibile al link sottostante

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