Cessione delle aziende in crisi e diritti dei dirigenti: sentenza Cassazione Civile

Non è applicabile ai dirigenti, in occasione della cessione delle aziende dichiarate in stato di crisi, la disciplina speciale dettata in proposito dalla legislazione speciale

La Corte di Cassazione Civile, Sezione Lavoro, con la sentenza dell’11 gennaio 2007 n. 398, ha stabilito che non è applicabile ai dirigenti, in occasione della cessione delle aziende dichiarate in stato di crisi, la disciplina speciale dettata in proposito dalla legislazione speciale, rimanendo tale categoria di dipendenti sottoposta al regime giuridico generale stabilito dall’art. 2112 del codice civile.
Tale ultimo articolo, in particolare, recita:
“In caso di trasferimento d’azienda, il rapporto di lavoro continua con l’acquirente ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano.
L’alienante e l’acquirente sono obbligati, in solido, per tutti i crediti che il lavoratore aveva al tempo del trasferimento. Con le procedure di cui agli artt. 410 e 411 Cod. Proc. Civ. il lavoratore può consentire la liberazione dell’alienante dalle obbligazioni derivanti dal rapporto di lavoro.
L’acquirente e tenuto ad applicare i trattamenti economici e normativi, previsti dai contratti collettivi anche aziendali vigenti alla data del trasferimento, fino alla loro scadenza, salvo che siano sostituiti da altri contratti collettivi applicabili all’impresa dell’acquirente.
Le disposizioni di quest’articolo si applicano anche in caso di usufrutto o di affitto della azienda (2561 e seguente).”

AG

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