Chimica pulita, prima luce verde alla direttiva REACH

Dopo l'”Appello dell’Italia,Presto dateci REACH” lanciato dall’eurodeputato Guido Sacconi (vedi link), il 4 ottobre scorso il Parlamento europeo ha dato il primo via all’approvazione della direttiva REACH, dall’acronimo di Registration evoluation and authorization of chemical il cui obiettivo è quello di rendere più sicura e più pulita la chimica europea.

Finalmente, dopo un lungo iter parlamentare in sede europea ed un dibattito molto acceso in sede di Consiglio, dove i contrasti di valutazione, di interessi spesso apparsi ingiustificati, hanno determinato una forzatura all’“ impianto ed alla filosofia del REACH (come ha scritto l’europarlamentare Guido Sacconi, il 4 ottobre scorso) la nuova direttiva ha ottenuto il primo via dal Parlamento europeo. Infatti, la Commissione ambiente e salute pubblica ha approvato il Rapporto dell’On. Sacconi che dovrà essere votato in sessione plenaria a Strasburgo il 14-17 novembre.
Il forte impegno politico e parlamentare dello stesso On. Sacconi ha contribuito in modo decisivo a sbloccare l’impasse in cui la proposta di normativa che prevede la registrazione di qualsiasi sostanza chimica prodotta e importata in Unione europea si sbloccasse per arrivare al più presto alla sua definitiva adozione.
Nel link, siamo lieti di riportare il breve articolo di Guido Sacconi con il quale, pochi giorni prima della riunione del Parlamento europeo, lanciava l’ “Appello dall’Italia” dal significativo sottotitolo “Presto, dateci REACH”, che siamo lieti di riportare nel link.

Le associazioni ambientaliste italiane hanno espresso una parziale si sono dette parzialmente “soddisfatte del sostegno della Commissione all’obbligo di sostituzione delle sostanze tossiche con alternative più sicure. E’ un passo indispensabile per evitare che sostanze pericolose continuino ad accumularsi nel nostro corpo e nell’ambiente. Perché la sostituzione sia effettiva, però, è essenziale ottenere informazioni di base sulla sicurezza di composti dei quali sono sconosciuti gli effetti sulla salute e sull’ambiente”.

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