CIAMPI firma i Decreto “Norme ambientali” – Regioni “atto obbligatorio”, ricorreranno alla Corte Costituzionale

Il Presidente della Repubblica ha “dovuto” firmare il contestatissimo decreto legislativo sulle “Norme ambientali”, dopo averlo rinviato al governo con la richiesta di chiarimenti. Associazioni “atto di arroganza” del Governo. Regioni ricorreranno alla Corte Costituzionale.

Aggiornamento al 03 aprile 2005: Il Presidente della Repubblica ha “dovuto” firmare il contestatissimo decreto legislativo sulle “Norme ambientali”, dopo averlo rinviato al governo con la richiesta di chiarimenti. Associazioni “atto di arroganza” del Governo. Regioni ricorreranno alla Corte Costituzionale.

Aggiornamento al 29 marzo 2006: Il Ministro dell’Ambiente Matteoli ha presentato il Rapporto sullo stato dell’ambiente in Italia, manifestando un ottimismo che non trova riscontro – come hanno affermato le associazioni ambientaliste – nella realtà, a cominciare dal Protocollo di Kyoto che appare “sempre più un miraggio” (Legambiente).
Inoltre l’esecutivo di Berlusconi ha compiuto un grave atto di arroganza, hanno dichiarato Rino Pavanello (Ambiente e Lavoro) e Roberto della Seta (Legambiente) rispedendo alla Presidenza della Repubblica il contestatissimo decreto legislativo sulla delega ambientale con modifiche insignificanti .

Ciampi NON aveva firmato il il testo del che decreto legislativo, rinviandolo al Governo con la richiesta di chiarimenti, anche in relazione al parere negativo espresso dalla Conferenza Stato–Regioni, sul mancato invio del testo al Consiglio di Stato (le associazioni avenvano dichiarato l’assenza della loro obbligatotria consultazione). La richiesta di chiarimenti al governo ha rappresentato, di fatto, come una bocciatura da parte del Presidente della Repubblica. D’altra parte, nel corso della lunga battaglia parlamentare sono stati denunciati i numerosi vizi di costituzionalità del decreto. Il governo non solo ha stravolto la legislazione su rifiuti, acqua,aria,difesa del suolo, bonifiche e danno ambientale, ma – come ha dichiarato il portavoce di sinistra ecologista – “ha calpestato le competenze costituzionali delle Regioni ed ha aperto nuovi contenziosi con l’Europa. L’intervento del Presidente della Repubblica appare dunque opportuno e fondato” nei confronti di una legge delega che rappresenta un mostro giuridico, e le perplessità del Presidente Ciampi – come ha dichiarato Ermete Realacci,- “ne sono l’ennesima conferma”.
Secondo Greenpeace, il rinvio di Ciampi è un atto illuminato.”Rinviando al Governo il decreto sulla legge di delega ambientale compiendo un atto illuminato di cui si sentiva grande necessità. Se vogliamo affrontare le sfide ambientali – prosegue Greenpeace – che ci attendono, dai rifiuti alla qualità delle acque, non possiamo smantellare l’intera legislazione ambientale faticosamente conquistata. Il Presidente della Repubblica “aveva già dimostrato la sua sensibilità nei giorni scorsi, inviando un messaggio a Greenpeace in cui si legge tra l’altro che la tutela dell’ambiente, la salvaguardia della vitalità e della funzionalità dell’ecosistema sono fondamenti essenziali per costruire un nuovo umanesimo alla base di un progetto di pace, di stabilità e di prosperità condivisa”.
Dunque, il decreto legislativo sull’ambiente è di nuovo sul tavolo del Presidente Ciampi. Si tratta di “un atto di arroganza istituzionale – commenta il presidente nazionale di Legambiente, Roberto della Seta – che può essere corretto solamente con il ritiro del codice ambientale. Bisogna ripartire da un corretto rapporto istituzionale tra le regioni e lo Stato, in modo da poter limitare il danno per l’ambiente, il paesaggio e il territorio italiano. Inoltre va riaperto il dialogo tra associazioni ambientaliste, sindacali e imprenditoriali che in questi giorni hanno ulteriormente espresso il parere negativo su questo folle decreto legislativo”.

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