Dopo lunghe discussione con il premier cinese, Obama non ha prodotto il miracolo che in molti, soprattutto i leader dellUnione europea, speravano. Il presidente degli Stati Uniti dAmerica ha giocato più di una partita interna con il Congresso di Washington preoccupato delle concessioni alla Cina.
Nella sessione plenaria hanno protestato vivacemente i pesi che hanno più da perdere da un mancato impegno su una riduzione drastica dei gas serra.
Mi dispiace ma non possiamo accettare un accordo di questo tipo, ha detto il rappresentante delle isole Tuvalu, piccolo arcipelago dellOceano Pacifico che potrebbe sparire a causa dellaumento delle te sperature e dello scioglimento dei ghiacci.
Il rappresentante del Sudan ha comparato gli effetti dei cambiamenti climatici a un olocausto.
Quasi fuori tempo massimo, dalla presidenza è arrivata la notizia del raggiungimento del consenso fra Stati Uniti, Cina, India, Sudafrica e Brasile su un obiettivo minimo: quello del contenimento sotto i 2 gradi centigradi dellaumento della temperatura.
Anche se, è bene precisarlo, non ci sarà nessuna norma vincolante e nessuna autorità che potrà verificare gli impegni presi dai singoli Stati e applicare le eventuali sanzioni.
Secondo il teorico della terza rivoluzione industriale,Jeremy Rifkin, non cè unalternativa al contenimento dei gas serra perchè non abbiamo un pianeta di riserva: dobbiamo difendere la vivibilità di quello su cui abitiamo. E quindi dobbiamo evitare di perdere altro tempo. Non possiamo permetterci di fallire il prossimo appuntamento:il summit sul clima del 2010 a Città del Messico. Bisogna arrivare ad accori forti, vincolabili e misurabili.
(LG-FF)