CNR, l’estensione della banchisa artica nuovamente vicina al minimo storico

La distesa di ghiacci galleggianti che circonda il Polo Nord ha raggiunto la sua misura minima stagionale 2016 intorno alla metà del mese di settembre con 4.14 milioni di chilometri quadrati. Questo valore è il secondo più basso di sempre, dopo il minimo storico di 3.39 milioni di chilometri quadrati raggiunto nel 2012.

La banchisa artica – vale a dire la distesa di ghiacci galleggianti che nel Mar Glaciale Artico circonda il Polo Nord – ha raggiunto la sua misura minima stagionale per il 2016 intorno alla metà del mese di settembre. Il valore di 4.14 milioni di chilometri quadrati rappresenta il secondo valore più basso di sempre, dopo il minimo storico di 3.39 milioni di chilometri quadrati raggiunto nel 2012.

Il 2016 si allinea così al 2007 che pure aveva visto un minimo intorno a 4.14-4.15 milioni di chilometri quadrati. Al di là del valore assoluto è comunque l’andamento annuale dell’estensione della banchisa a rendere questo 2016 anomalo rispetto agli ultimi anni. Durante la primavera una estensione della banchisa ridotta di circa 800.000-1.000.000 chilometri quadrati rispetto ai valori del 2007-2012 aveva fatto temere gli scienziati.
Invece, un’estate caratterizzata da condizioni in genere non particolarmente favorevoli alla perdita di ghiaccio marino ha permesso di contenere il minimo di settembre e evitato di polverizzare il record del 2012. Questo a dimostrazione di come il sistema sia complesso e ancora molto resta da fare per poterlo comprendere fino in fondo e prevedere con relativa affidabilità.

Su breve periodo, condizioni particolari possono determinare variazioni notevoli rispetto a quelli che sono i trend climatici. E gli sforzi della comunità scientifica sono rivolti in questo momento proprio a cercare di meglio comprendere i meccanismi di formazione e distruzione dei ghiacci marini e quali sono i parametri che maggiormente influenzano tali processi.

Il CNR partecipa allo sforzo internazionale con gruppi di ricerca coinvolti nei progetti europei Ice-Arc e Spices e nel network Polarview. Questi gruppi portano con se l’esperienza maturata in Antartide negli ultimi 20-25 anni nel settore dell’osservazione ghiacci marini da satellite.

Fonte: CNR

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