CNR: Nuovi inquinanti nelle acque reflue urbane

Uno studio Ise-Cnr pubblicato su Water Research dimostra la presenza microrganismi resistenti agli antibiotici, che gli impianti di depurazione non riescono a rimuovere.

Water Research, periodico dell’International Water Association (IWA) che si occupa della scienza e della tecnologia della qualità dell’acqua e della sua gestione in tutto il mondo, ha pubblicato i risultati di uno studio del Gruppo di ecologia microbica dell’Ise-Cnr.

“Co-occurrence of integrase 1, antibiotic and heavy metal resistance genes in municipal wastewater treatment plants”, questo il titolo dello studio, dimostra la presenza nelle acque reflue urbane di una serie di nuovi inquinanti, microorganismi contenenti geni resistenti agli antibiotici, che gli impianti di depurazione non riescono a rimuovere in quanto non dispongono di alcun trattamento specifico.

La ricerca, svolta a Novara, Verbania e Cannobio in collaborazione con Università di Mons (Belgio) e Acqua Novara.Vco (l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato in 139 Comuni piemontesi), ha come scopo proprio quello di sviluppare sistemi di trattamento efficienti.

I ricercatori hanno spiegato come la presenza concomitante di microrganismi resistenti ad antibiotici di uso comune in medicina umana e veterinaria potrebbe determinare la diffusione in ambiente dell’antibiotico resistenza attraverso i reflui trattati. Ciò potrebbe causare lo sviluppo e la permanenza per tempi lunghissimi di comunità batteriche resistenti in natura, con il rischio di trasmissione a patogeni umani.

L’immissione in ambiente di questi microrganismi resistenti agli antibiotici attraverso i reflui urbani, industriali e di produzioni zootecniche non viene considerata dalla legislazione attuale, ma molte nazioni e l’UE si sono già messe al lavoro per la definizione di limiti.

Fonte: ARPAT

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