Per raggiungere questo obiettivo, le informazioni devono però essere disponibili e accessibili a livello locale.
Su questo fronte la Commissione europea ha adottato nel mese di giugno 2017 un Piano d’azione che mira a garantire che l’informazione ambientale sia
– di alta qualità,
– più facile da ottenere
– più ampiamente utilizzata.
Ciò beneficerà tutti coloro che sono coinvolti o interessati all’ambiente: le amministrazioni, per esempio, beneficeranno di una riduzione degli oneri amministrativi, le imprese coinvolte nella segnalazione e nel monitoraggio normativo dovranno affrontare procedure più morbide e semplici, i responsabili politici avranno accesso a informazioni di qualità superiore per sostenere le decisioni; i cittadini, infine, avranno un accesso migliore alle informazioni su questioni importanti che li riguardano.
Il Piano d’azione riguarda la semplificazione del reporting ambientale ed un miglioramento dell’informazione ai cittadini. Le azioni sono trasversali e raggruppate in cinque settori:
– ottenere le informazioni giuste nella giusta forma al momento giusto, anche attraverso la modifica o l’abrogazione degli obblighi di reporting
– semplificare il processo di reporting utilizzando nuove tecnologie per fornire prove rapide e geograficamente specifiche
– promuovere una diffusione attiva delle informazioni ambientali in modo che i cittadini possano capire meglio lo stato dell’ambiente in cui vivono
– sfruttare altre fonti di dati ed approcci alternativi, come dal programma comunitario di osservazione della terra Copernicus
– migliorare la cooperazione per assicurare che i dati trasmessi alla Commissione siano utilizzati il più ampiamente possibile.
Attualmente esistono ben 181 obblighi di reporting provenienti da 58 atti legislativi ambientali dell’UE, che richiedono informazioni numeriche e georeferenziate. La maggior parte di queste informazioni è attualmente in formato testo e pertanto difficile da riferire, strutturare ed analizzare.
Allo stesso tempo variano anche la frequenza e la tipologia di report. Circa la metà è ogni due o più anni e circa la metà implica una relazione della Commissione alle altre istituzioni europee.
Infine, cambia anche la responsabilità di elaborare i dati e renderli disponibili, con l’Agenzia europea dell’ambiente che spesso svolge questo ruolo, come nel caso del rapporto sulle acque di balneazione.