Condanna Progettisti crollo casa studenti teremoto l’Aquila

Tre condanne a quattro anni e una condanna a due anni e sei mesi, per il crollo della Casa dello studente dell’Aquila, simbolo della maxi inchiesta sul terremoto del 6 aprile 2009

Tre condanne a quattro anni e una condanna a due anni e sei mesi, per il crollo della Casa dello studente dell’Aquila, simbolo della maxi inchiesta sul terremoto del 6 aprile 2009.

Quattro assolti perché il fatto non sussiste e due per non luogo a procedere.

Questo il primo verdetto della sentenza di primo grado emessa dal Gup del Tribunale dell’Aquila Giuseppe Grieco.

Fa parte della sentenza anche un risarcimento danni in via provvisionale per circa due milioni di euro per i parenti delle 8 giovani vittime del crollo.

In Aula molti i parenti delle vittime.
Alla lettura del dispositivo commozione ma anche rabbia per una sentenza non ritenuta ‘equa’: «Gli studenti dovevano essere fatti uscire», ripetono parenti e amici che si aspettavano dieci condanne.

In particolare, accogliendo le richieste del pm Fabio Picuti, il Gup del Tribunale dell’Aquila ha condannato a quattro anni:
– Bernardino Pace
– Pietro Centofanti
– Tancredi Rossicone
tecnici autori dei lavori di restauro del 2000, che, secondo l’accusa, avrebbero ulteriormente indebolito il palazzo, che già presentava vizi costruttivi all’epoca della sua edificazione negli anni ’60.

Mentre due anni e mezzo sono stati inflitti a Pietro Sebastiani, tecnico dell’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu).

Assoluzione invece per
– Luca D’Innocenzo, presidente Adsu dell’epoca
– Luca Valente, nel 2009 direttore Adsu
– Massimiliano Andreassi e Carlo Giovani, tecnici autori di interventi minori.

Agli imputati – si legge nell’arringa del pubblico ministero Fabio Picuti – non si contesta di essere stati concausa del crollo aumentando i carichi verticali, questo è smentito dalla perizia.

Concausa è la condotta omissiva.
Nel momento in cui i carichi aumentavano avrebbero dovuto procedere a un adeguamento sismico, un obbligo previsto dalla legge
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