ARPAT analizza il documento della Commissione Europea “Energy Consumption and Energy Efficiency Trends in the EU-28 2000-2014” che prende in esame il consumo di energia nel periodo 2000-2014 nell’eurozona.
Nel quadro degli obiettivi di consumo energetico dell’UE il rapporto “Energy Consumption and Energy Efficiency Trends in the EU-28 2000-2014” analizza il consumo di energia nel periodo 2000-2014 nell’eurozona evidenziando le tendenze di consumo per settori; e il contributo che possono dare le nuove tecnologie e i prodotti di nuova generazione.
Il dato che emerge è che attualmente il consumo energetico finale dell’UE è al di sotto degli obiettivi energetici comunitari fissati al 2020.
Nella UE-28, nel periodo 2000-2014 i consumi finali di energia sono diminuiti facendo registrare un valore inferiore, pari al -2,3% rispetto all’obiettivo, dei consumi nel 2014 (1.061 Mtep) rispetto al target UE per il 2020 (1.086 Mtep).
Positiva anche la tendenza dei consumi di energia primaria, dell’1,5% superiore all’obiettivo al 2020, che è stato di 1.505 Mtep nel 2014 rispetto al target UE di 1.483 Mtep.
Tali risultati, certo dovuti anche alle misure adottate a livello centrale e locale per ridurre il consumo di energia, restano strettamente connessi anche alla crisi economica finanziaria in atto, come si evidenzia dall’analisi delle tendenze di consumo nei diversi settori.
Nel settore industriale si è infatti avuto il maggior decremento, pari a -17,62%. Segue il residenziale dove la diminuzione dei consumi è stata pari al -9,52%. Incrementi nel settore dei trasporti, +2,21%, e maggiore incremento nel terziario, + 16,48% dove gli aumenti sono stati significativi.
In ciascun settore ridotti anche altri indicatori energetici, come l’intensità energetica del consumo finale di energia e di energia finale pro capite, segno di una maggiore competitività dell’Europa come attore globale rispetto agli obiettivi al 2020, ma anche effetto della crisi economica e finanziaria iniziata nel 2007 che ha causato un cambiamento nelle dinamiche e nei tassi di crescita dei diversi settori produttivi degli Stati membri.
In particolare Grecia (-29,4%), Spagna (-19,3%) e Irlanda (-19,0%) sono i paesi in cui si è registrata la più alta riduzione del consumo finale di energia in tutta l’UE-28.
Il settore industriale ha registrato una diminuzione del consumo energetico finale del 17.62%nel periodo 2000-2014. Dopo la crisi economica del 2008, negli ultimi 25 anni il secondo valore più basso del consumo finale di energia del settore industriale, dopo il 2009, si è registrato nel 2014.
Il settore residenziale ha registrato una diminuzione del consumo energetico finale del 9,52%nel periodo dal 2000 al 2014. Da segnalare che la massima caduta, pari a -11,70% di questo 9,52%, si è registrata nel 2014 rispetto al 2013.
Nonostante le diverse variabili considerate per valutare i consumi (temperature ambientali, giorni di riscaldamento, consistenza della popolazione, PIL, numero di abitazioni, superficie totale, livello di efficienza delle apparecchiature, prestazione degli edifici, ecc.) i consumi sono gradualmente e costantemente diminuiti dal 2000 in poi fino al valore più basso registrato nel 2014.
Per quanto alle variazioni sul mix energetico, sempre nel periodo 2000-2.014, al primo posto resta il gas (35%) seguito dall’energia elettrica (25,6%). Il consumo dell’energia elettrica è cresciuto, mentre quello del gas è diminuito.
Nel settore dei trasporti il consumo finale di energia è aumentato del 2,21% nel periodo 2000-2014, dopo il crollo dei consumi registrato dal 2008 per l’impatto della crisi economica e l’aumento dei prezzi del carburante. Tra i sottosettori il trasporto su strada è il principale consumatore di energia finale con l’82.08% nel 2014 e il principale responsabile di emissioni inquinanti atmosferiche (CO, COVNM, NOx, PM10 e PM2.5) e di gas serra, aumentato del 12,9% dal 1990 al 2013.
Nel settore terziario si registra un aumento del consumo energetico finale del 16.48% nel periodo dal 2000 al 2014, dovuto alla terziarizzazione in corso nell’UE.
Il consumo finale di energia è comunque diminuito del 6,4% nel 2014 rispetto al 2013.
Il dato che emerge è che attualmente il consumo energetico finale dell’UE è al di sotto degli obiettivi energetici comunitari fissati al 2020.
Nella UE-28, nel periodo 2000-2014 i consumi finali di energia sono diminuiti facendo registrare un valore inferiore, pari al -2,3% rispetto all’obiettivo, dei consumi nel 2014 (1.061 Mtep) rispetto al target UE per il 2020 (1.086 Mtep).
Positiva anche la tendenza dei consumi di energia primaria, dell’1,5% superiore all’obiettivo al 2020, che è stato di 1.505 Mtep nel 2014 rispetto al target UE di 1.483 Mtep.
Tali risultati, certo dovuti anche alle misure adottate a livello centrale e locale per ridurre il consumo di energia, restano strettamente connessi anche alla crisi economica finanziaria in atto, come si evidenzia dall’analisi delle tendenze di consumo nei diversi settori.
Nel settore industriale si è infatti avuto il maggior decremento, pari a -17,62%. Segue il residenziale dove la diminuzione dei consumi è stata pari al -9,52%. Incrementi nel settore dei trasporti, +2,21%, e maggiore incremento nel terziario, + 16,48% dove gli aumenti sono stati significativi.
In ciascun settore ridotti anche altri indicatori energetici, come l’intensità energetica del consumo finale di energia e di energia finale pro capite, segno di una maggiore competitività dell’Europa come attore globale rispetto agli obiettivi al 2020, ma anche effetto della crisi economica e finanziaria iniziata nel 2007 che ha causato un cambiamento nelle dinamiche e nei tassi di crescita dei diversi settori produttivi degli Stati membri.
In particolare Grecia (-29,4%), Spagna (-19,3%) e Irlanda (-19,0%) sono i paesi in cui si è registrata la più alta riduzione del consumo finale di energia in tutta l’UE-28.
Il settore industriale ha registrato una diminuzione del consumo energetico finale del 17.62%nel periodo 2000-2014. Dopo la crisi economica del 2008, negli ultimi 25 anni il secondo valore più basso del consumo finale di energia del settore industriale, dopo il 2009, si è registrato nel 2014.
Il settore residenziale ha registrato una diminuzione del consumo energetico finale del 9,52%nel periodo dal 2000 al 2014. Da segnalare che la massima caduta, pari a -11,70% di questo 9,52%, si è registrata nel 2014 rispetto al 2013.
Nonostante le diverse variabili considerate per valutare i consumi (temperature ambientali, giorni di riscaldamento, consistenza della popolazione, PIL, numero di abitazioni, superficie totale, livello di efficienza delle apparecchiature, prestazione degli edifici, ecc.) i consumi sono gradualmente e costantemente diminuiti dal 2000 in poi fino al valore più basso registrato nel 2014.
Per quanto alle variazioni sul mix energetico, sempre nel periodo 2000-2.014, al primo posto resta il gas (35%) seguito dall’energia elettrica (25,6%). Il consumo dell’energia elettrica è cresciuto, mentre quello del gas è diminuito.
Nel settore dei trasporti il consumo finale di energia è aumentato del 2,21% nel periodo 2000-2014, dopo il crollo dei consumi registrato dal 2008 per l’impatto della crisi economica e l’aumento dei prezzi del carburante. Tra i sottosettori il trasporto su strada è il principale consumatore di energia finale con l’82.08% nel 2014 e il principale responsabile di emissioni inquinanti atmosferiche (CO, COVNM, NOx, PM10 e PM2.5) e di gas serra, aumentato del 12,9% dal 1990 al 2013.
Nel settore terziario si registra un aumento del consumo energetico finale del 16.48% nel periodo dal 2000 al 2014, dovuto alla terziarizzazione in corso nell’UE.
Il consumo finale di energia è comunque diminuito del 6,4% nel 2014 rispetto al 2013.
Fonte: ARPAT
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