Nel periodo compreso tra il 1978 ed il 2010 gli infortuni sul lavoro sono infatti diminuiti in maniera significativa passando
– da 1.186.684 di cui 2.524 mortali a
– 775.374 di cui 980 mortali.
I risultati sono stati significativi e concreti in termini di pianificazione e realizzazione dell’attività di prevenzione.
Tutte le Regioni e Province Autonome hanno istituito i Comitati Regionali di Coordinamento, che costituiscono la necessaria cabina di regia interistituzionale degli interventi ed hanno corrisposto agli impegni dettati dalle norme ed assunti con i documenti di programmazione nazionali ed in particolare con:
– il Patto per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (DPCM 17/12/2007)
e
– il Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012,
formalizzati, in ciascun territorio, nei rispettivi Piani Regionali di Prevenzione.
Il percorso iniziato il 23 dicembre 1978 con la legge di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, che ha trasferito alle Aziende Sanitarie Locali la competenza in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, ha consentito di raggiungere risultati senza dubbio rilevanti.
Nel periodo compreso tra il 1978 ed il 2010 gli infortuni sul lavoro sono infatti diminuiti in maniera significativa passando
– da 1.186.684 di cui 2.524 mortali a
– 775.374 di cui 980 mortali.
Il lavoro da svolgere resta, tuttavia, ancora lungo ed impegnativoGrassetto.
E’ necessario sostenere l’azione Regionale e quella delle Aziende Sanitarie Locali al fine consolidare i risultati ottenuti e di realizzare gli interventi che consentano un’ulteriore significativa riduzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
La concretezza e la significatività delle azioni descritte nel presente Rapporto dimostrano la capacità delle Regioni e Province Autonome di operare come un vero e proprio Sistema, in grado di operare in modo coordinato ed omogeneo sull’intero territorio nazionale.
La leale collaborazione tra lo Stato ed il Sistema costituito dalle Regioni e Province Autonome costituisce il volano delle politiche attive in materia, i cui obiettivi devono essere in linea con quelli della politica sociale dell’Unione
Europea, che trae origine dall’art. 31 della Carta dei Diritti Fondamentali: “ogni lavoratore ha diritto a condizioni di lavoro che rispettino la sua salute, la sua sicurezza e la sua dignità”.
Il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province AutonomeVasco Errani