COP10: il summit sul clima di Buenos Aires si è chiuso con scarsi risultati

Il 18 dicembre scorso si è chiusa a Buenos Aires la COP10, cioè la decima Conferenza mondiale sul clima, con risultati abbastanza deludenti. Resta lo sconto con gli Stati Uniti che non intendono firmare il Protocollo di Kyoto e la posizione assunta dall’Italia di un possibile disimpegno nel 2012 dal Trattato che la porterebbe all’isolamento dal resto dell’Unione Europea.

Dal 6 dicembre al 18 dicembre scorsi si è tenuta a Buenos Aires la 1Oa Riunione della Conferenza delle parti (Conference of Partie – COP10), organo supremo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Purtroppo, si deve registrare che i risultati del summit, stando al documento finale approvato dagli oltre 6000 delegati di 191 paesi, non sono stati molto incoraggianti, non avendo raggiunto sostanziali progressi nelle politiche atte a frenare il riscaldamento globale del Pianeta. Secondo il WWF la responsabilità principale è da attribuire all’ostruzionismo statunitense al Protocollo di Kyoto (vedi la nota nel link) che ha messo in atto un’aggressiva tattica per ogni avanzamento dei negoziati e quindi lasciando forti dubbi sul futuro della lotta ai mutamenti climatici. Dopo un’estenuante maratona, i delegati dei principali blocchi di negoziatori, Stati Uniti, Unione Europea e grandi paesi in via di sviluppo, hanno approvato un documento finale che ribadisce la volontà di lavorare insieme senza però specificare le modalità di azione del dopo 2012, ultimo anno del Protocollo di Kyoto sulla riduzione dei gas responsabili dell’effetto serra. La dura posizione della delegazione nordamericana, inviata dall’amministrazione Bush con l’obiettivo di boicottare l’attività di proselitismo degli europei sulle mete di Kyoto, è riuscita a trovare preziosi alleati nell’India e nei paesi produttori di petrolio che si sono dimostrati particolarmente ostili ad ogni ipotesi di calendario per la restrizione alle loro emissioni di biossido di carbonio. L’intesa, alla quale i delegati alla COP10 sono arrivati cesellando parola per parola il testo definitivo, prevede un seminario per esperti e ricercatori da realizzare nel primo semestre del 2005 nella città tedesca di Bonn, sede del programma dell’ONU sul clima. Per quanto riguarda l’Italia, la posizione espressa dal Ministro Matteoli in una conferenza stampa tenuta a Buenos Aires durante il summit differisce radicalmente da quella manifestata dall Unione europea. Infatti, il Ministro di Berlusconi ha enfatizzato accordi bilaterali che – come affermato dalle associazioni ambientaliste – rischiano di indebolire la posizione dell’Europa. Infatti, il richiamo ad accordi bilaterali e volontari come unica strada del dopo Kyoto è considerata dagli ambientalisti estremamente negativo: Legambiente e WWF potrebbero anche essere favorevoli a tali accordi, ma per tagliare le emissioni del 50-60% come chiedono gli scienziati dell’IPPC serve ben altro, servono impegni vincolanti. La posizione italiana, dunque, appare contraddittoria nel momento in cui ci si richiama alla necessità di continuare a discutere nell’ambito della Convenzione.

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