Crisi, la Cgil sposa la cura verde – “Subito 350mila nuovi posti”

La Cgil sposa la ricetta del “new deal verde” per uscire dalla crisi economica e si allea con Legambiente per lanciare un grande piano di interventi per stimolare la ripresa, creare nuovi posti di lavoro (almeno 350 mila), favorire l’innovazione e risanare l’ambiente. Il pacchetto di stimoli “rossoverde” è stato presentato dal segretario confederale Paola Agnello Modica e dal presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.

Articolo di Valerio Gualerzi, sul Quotidiano “La Repubblica”

La Cgil sposa la ricetta del new deal verde per uscire dalla crisi economica e si allea con Legambiente per lanciare un grande piano di interventi in grado di stimolare la ripresa, creare nuovi posti di lavoro (almeno 350 mila, solo per cominciare), favorire l’innovazione e risanare l’ambiente. Il pacchetto di stimoli “rossoverde” è stato presentato dal segretario confederale Paola Agnello Modica e dal presidente dell’associazione, Vittorio Cogliati Dezza.

Una scommessa sulla quale la Cgil crede molto, tanto che inizialmente all’iniziativa avrebbe dovuto partecipare il numero uno Guglielmo Epifani, costretto poi a volare a Bruxelles per impegni più urgenti.

Il ragionamento della Confederazione parte dal durissimo giudizio, condiviso da Legambiente, sulle scelte fatte sino ad oggi dal governo.

All’estero, fanno notare le due organizzazioni, da Londra a Pechino, da Washington a Madrid, tutti i principali paesi investono miliardi a tre cifre, puntando decisamente all’innovazione tecnologica legata all’ambiente e al contrasto dei cambiamenti climatici. “Da noi invece ne sono stati annunciati appena 45, dei quali solo 5 sono risorse fresche, mentre le altre sono già programmate da tempo”, sottolineano.

A questo si aggiunge il fatto che, secondo il sindacato, palazzo Chigi ha puntato “a rompere la coesione sociale, scegliendo di far pagare l’onere della crisi ai lavoratori”. Linea confermata, secondo Agnello Modica, dalle indicazioni che arrivano sugli incentivi auto. “A leggere i giornali – fa notare – c’è ben poco di cui rallegrarsi, manca completamente la questione degli investimenti nei nuovi motori e la salvaguardia degli stabilimenti”.

L’alternativa proposta da Cgil e Legambiente è fatta invece di “misure immediatamente cantierabili” che nell’immediato possono dare lavoro a 350 mila persone, “facendo scattare però un effetto volano in grado di creare molta più occupazione”. I settori su cui agire sono quattro: energia, edilizia, trasporti e sicurezza ambientale. Ma per farlo, stando all’analisi delle due organizzazioni, non c’è bisogno di risorse aggiuntive. Il primo strumento è cambiare l’ordine delle priorità. “E’ sufficiente privilegiare quegli interventi che hanno la capacità di abbattere gli sprechi sociali, ambientali ed economici prodotti dal nostro sistema produttivo”, sottolinea la proposta “rossoverde”. La seconda leva è “rilanciare la lotta spietata all’evasione fiscale”. Infine occorre “qualificare la spesa nella pubblica amministrazione, contrastando attivamente gli sprechi ad ogni livello”.

Cgil e Legambiente non sono entrate nel dettaglio dei possibili interventi, rimandando a un confronto annunciato per il 10 marzo con tutte le categorie produttive, da Confindustria, agli artigiani, agli agricoltori, nella speranza di coinvolgerle nel progetto. “E vero che Confindustria sulla vicenda del pacchetto europeo 20-20-20 ha fatto una battaglia di retroguardia, ma era una battaglia ideologica, mentre noi ci presentiamo con la forza della ragione”, sottolinea Cogliati Dezza. All’appuntamento del prossimo mese il sindacato si presenterà forte delle proposte specifiche elaborate in queste settimane dalle organizzazioni territoriali e di categoria.

Un esempio di come si può tenere insieme il circolo virtuoso del new deal verde, Agnello Modica lo ha voluto però anticipare. “In Italia – ricorda – esistono ancora 2 miliardi e mezzo di metri quadrati di coperture in amianto: sostituirle tutte con pannelli solari significherebbe creare occupazione, risparmiare sulle spese sanitarie future e contribuire a tagliare la bolletta energetica delle aziende. Ci guadagnerebbero tutti ed è una cosa che si può fare subito”.

(Pa-RA)

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