Crisi: una famiglia su quattro si è indebitata.

In occasione della 86esima Giornata mondiale del risparmio che si è celebrata a Roma il 28 ottobre scorso è stato presentato un sondaggio realizzato dall’Ipsos per l’Acri dal quale risulta che solo un nucleo su 17 è riuscito a migliorare le proprie condizioni di vita, i fiduciosi scendono al 45%. In difficoltà soprattutto operai e insegnanti.

Dal sondaggio risulta che nel 2010 solo un famiglia su tre è riuscita a mettere da parte qualcosa, mentre una su quattro si è indebitata o ha fatto ricorso a risparmi accumulati nel passato; diminuiscono coloro che riescono a migliorare il proprio tenore di vita (solo uno su 17) e intanto aumenta il numero di quelli a rischio indebitamento, soprattutto tra operai e insegnanti.

Le famiglie temono che l’uscita dalla crisi avrà tempi ben più lunghi rispetto a quanto previsto lo scorso anno: l’83% del campione (era il 78% un anno fa) percepisce la recessione come grave e il 69% si aspetta che non se ne potrà uscire prima di quattro anni (erano il 57% un anno fa), con il 31% che ipotizza addirittura una soglia di cinque anni o più. Nonostante ciò, quanti si dicono soddisfatti della propria situazione economica salgono dal 54% al 56% (nel 2007 e nel 2008 erano il 51%): in particolare crescono nel Nord Est (+9% dal 2009) e nel Nord Ovest (+5%).

Il 23% delle famiglie è stato colpito direttamente dalla crisi ed è particolarmente pessimista sulla propria situazione economica. Sono sempre meno i nuclei che riescono a migliorare il proprio tenore di vita: il 6% (l’8% nel 2009). Costante invece il numero di quelli che lo ritengono peggiorato (18%), così come la quota di coloro che riescono a mantenerlo abbastanza facilmente: il 29%(era il 30%). E crescono coloro che sono riusciti a conservare lo standard di vita solo con fatica: il 47% (erano il 43%).

Le situazioni di crisi grave si registrano soprattutto tra chi h tra i 45 e i 65 anni e vive nelle grandi città. Fra quelli che “galleggiano” troviamo per la maggior parte operai e pensionati. In generale comunque, gli italiani continuano ad avere una forte propensione al risparmio: il 41% non riesce proprio a vivere tranquillo senza mettere da parte qualcosa, mentre il 46% lo fa soltanto quando ciò non comporta eccessive rinunce. Ma rimane costante anche il numero di cicale, ossia di coloro che preferiscono spendere tutto e subito.

(LG-FF)

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