Decalogo delle buone pratiche contro lo spreco alimentare

Scienziati in campo per ridurre gli sprechi alimentari. Dalle buone pratiche sotto forma di decalogo alle nuove frontiere della ricerca con tecnologie e metodologie innovative: è la sfida dell’ENEA contro lo spreco alimentare per “sfruttare al meglio quel Giacimento di risorse preziose nascosto nella spazzatura”, come sottolineano gli esperti del Dipartimento Sostenibilità dell’Agenzia.

I dati FAO parlano chiaro: in Italia, un anno di spreco alimentare potrebbe sfamare quasi 44 milioni e mezzo di persone. A livello mondiale i numeri sono altrettanto allarmanti: ogni anno più di un terzo della produzione mondiale di cibo si perde o si spreca lungo la filiera, circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti sprecati solo considerando la frazione commestibile.

Gli scarti alimentari possono trasformarsi in proteine e zuccheri utili per produrre ingredienti alimentari, nutraceutici e mangimi per la zootecnia, ma possono diventare anche bioplastiche o energia sotto forma di biogas. Non solo. Dagli scarti di uva e arance si ricavano polifenoli, pectine e fibre, utilizzabili in nutraceutica e cosmetica. Secondo l’Ue entro il 2030 con il riciclo dei rifiuti al 70% e lo smaltimento in discarica al 5%, grazie all’economia circolare si possono creare 580 mila posti di lavoro e risparmi per le imprese pari all’8% del fatturato annuo.

In occasione della Giornata mondiale contro lo spreco alimentare, l’ENEA pubblica un decalogo per promuovere alcune buone pratiche.

1. Valuta il più possibile il quantitativo di cibo che può essere realmente consumato in un pasto medio e aiutati con la lista della spesa: potrà essere utile per evitare avanzi (e i conseguenti sprechi).

2. Quando fai la spesa, controlla la scadenza dei prodotti, pensando a quando utilizzarli, perché il mancato consumo si traduce automaticamente in uno spreco.

3. Fai attenzione alle etichette: scegli prodotti che riportano informazioni su tecnologie o ingredienti che aiutano a limitare lo spreco alimentare. Il latte ad esempio può essere sottoposto a processi (come la pastorizzazione ESL, Extended Shelf Life, o la microfiltrazione) che ne mantengono inalterate tutte le proprietà estendendone notevolmente la “vita sullo scaffale”; alcuni prodotti come biscotti, grissini, fette biscottate vengono arricchiti con aromi di origine vegetale estratti con processi sostenibili che prevengono l’irrancidimento in modo naturale e sicuro

4. Cerca di scegliere prodotti con indicato il destino della confezione a ‘fine vita’: così contribuirai a ridurre la quantità di indifferenziata nell‘immondizia

5. Preferisci il biologico, in quanto l’agricoltura bio riduce i consumi energetici di agricoltura e industria alimentare di almeno il 25%, consente di ridurre le emissioni di Co2 e non inquina le falde acquifere perché non impiega fertilizzanti e fitosanitari di sintesi

6. Nel preparare le vivande con alcuni semplici accorgimenti puoi migliorare la conservazione dei cibi: ad esempio, insalate o verdure vanno condite solo al momento di servirle; così si mantengono più a lungo e possono essere consumate in pasti successivi

7. Crea nuove pietanze utilizzando gli avanzi di cucina, con fantasia e creatività

8. In occasione di feste e ricevimenti, valuta se gli avanzi possono essere consumati a breve e invita gli ospiti a portare con loro parte di quello che è avanzato

9. Informati sui programmi contro lo spreco alimentare della tua città, oppure organizzati per donare il surplus alimentare alle onlus che raccolgono gli avanzi di cibo “buono” e lo redistribuiscono a chi ne ha bisogno

10. Metti gli avanzi di cibo (insieme agli shopper in bioplastica biodegradabile e compostabile!) nella raccolta dell’umido: si trasformeranno in ottimo compost. Il compost ‘fatto in casa’ con la trasformazione dell’organico ha un “valore” sia in termini di minori spese di smaltimento (ogni tonnellata di frazione organica in discarica costa alla comunità circa 200 euro, cioè il 50% delle spese totali per la gestione dei rifiuti), sia in termini di mancato guadagno derivante dalla commercializzazione del compost (che può variare da 20€/ton per i prodotti all’ingrosso a circa 3€ per Kg per prodotti venduti al minuto).

Fonte: ENEA

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