Deludenti risultati del vertice FAO per la lotta contro la fame nel mondo.

Sono oltre un miliardo le persone che soffrono la fame nel mondo, pari ad un sesto dell’umanità. Nell’ultimo anno, in seguito alla crisi globale, le stime sono aumentate di oltre 100 milioni.

Il più amareggiato dal risultato di questo vertice è stato il Direttore Generale della FAO, il senegalese Jacques Diouf, il quale ha dichiarato, nella conferenza stampa conclusiva del summit mondiale sulla sicurezza alimentare, che avrebbe auspicato “che tutti i Paesi presenti al Vertice fossero rappresentati dai loro leader”, aggiungendo, “che se non ci sono i Capi di stato e di governo che possono coordinare gli sforzi, se non sono qui a discutere gli aiuti allo sviluppo e delle problematiche ad esse correlati, siamo andati fuori tema e ridotto la soluzione al solo livello tecnico, mentre la lotta alla fame è un problema sociale economico e finanziario e oserei dire culturale”.

“Senz’altro ci sono stati progressi, abbiamo compiuto passi avanti, ma non è andata come voleva il capo della FAO”, ha aggiunto Diouf. “Il bicchiere è mezzo vuoto e mezzo pieno”, ha sottolineato, “c’è stata comunque una grande partecipazione e una dichiarazione approvata all’unanimità. Abbiamo concordato elementi importanti, il minimo comune richiesto è stato raggiunto”-ha concluso il direttore generale della FAO.”Questo vertice si proponeva innanzitutto di crere un quadro di dibattito per arrivare a soluzioni condivise di fronte a sfide di livello globale e poi di concordare qualcosa e qualcosa appunto si è concordato, nella fattispecie una dichiarazione finale approvata all’unanimità e così si giunge all’obiettivo di un minimo comune denominatore”.

Tuttavia il documento non dice una parola rispetto alla richiesta del direttore generale della FAO, Diouf, che aveva chiesto 44 miliardi di dollari da destinare allo sviluppo agricolo e alle infrastrutture dei Paesi poveri.Aggiungendo anche che “i fondi per la FAO risultano ridotti di un 22% rispetto ai livelli del 1994 e del 32% rispetto al personale impiegato”.

Poi sono arrivate le parole del Papa, che ha parlato di “egoismo” e aggiungendo che “non è più sopportabile assistere ad opulenze e sprechi. “Non è possibile – ha poi detto Benedetto XVI –opulenza e spreco, quando il dramma della fame assume dimensioni sempre maggiori”. Poi ha detto che, per favorire un adeguato approvvigionamento alimentare a tutte le popolazioni del pianeta “è necessario contrastare il ricorso a certe forme di sovvenzione che perturbano gravemente il settore agricolo, la persistenza di modelli alimentari orientati al solo consumo e privi di una prospettiva di più ampio raggio e soprattutto l’egoismo, che consente alla speculazione di entrare persino nei mercati dei cereali, per cui il cibo viene considerato, per cui il cibo viene considerato alla stregua di utte le altre merci” Concludendo che “Fra le cause della grave crisi alimentare, non c’è solo l’aumento demografico, ma anche l’eccessivo e sconsiderato uso delle risorse ambientali, un legame importante fra cambiamenti climatici mondiali e questione alimentare”.

Vogliamo ricordare che, nel dare inizio al Vertice, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha scelto queste parole raggelanti: “Alla fine di questa giornata, quando saremo ancora qui, oltre 17 mila bambini saranno morti di fame.Ne scompare uno ogni cinque secondi. Sei milioni in un anno”.
Vi sono stati, per citarne alcuni, poi gli interventi del Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano che ha sollecitato “la comunità internazionale ha impegnarsi per porre le basi di uno sviluppo sostenibile e diffuso”; del Presidente della Commissione europea, Josè Barroso, il quale ha dichiarato che “Un mondo dove un miliardo di persone sono affamate è non sicurezza mondiale.Come la lotta contro il cambiamento climatico, anche la lotta contro la fame non può aspettare: dobbiamo riuscire a dimezzare la fame nel mondo entro il 2015, secondo quanto previsto dagli obiettivi di sviluppo del millennio”.

(LG-FF)

Fonte: FAO

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