Disabilità: nuove opportunità da cogliere

Secondo i dati del report europeo ‘State of subtitles access’, nelle reti Rai solo il 60-70% dei programmi tiene conto di chi ha problemi di sordità, mentre l’audio-descrizione è presente un’ora e mezza alla settimana. Mancanze ancora più acute nei canali privati. Vai alla giuida braille per ipovedenti sulla salute e sicurezza sul lavoro.

Secondo i dati del report europeo ‘State of subtitles access’, nelle reti Rai solo il 60-70% dei programmi tiene conto di chi ha problemi di sordità, mentre l’audio-descrizione è presente un’ora e mezza alla settimana. Mancanze ancora più acute nei canali privati. Eppure il bacino di utenti supera i nove milioni di persone…

FIRENZE – “In Italia manca la cultura della tv per i disabili audiovisivi”. Allarme di Federico Spoletti, presidente della società di apparecchi di sottotitolazione Sub-Ti nel corso del recente incontro nazionale sulla televisione accessibile presso il cinema Odeon di Firenze. “Nelle reti Rai è sottotitolato per i non udenti soltanto il 60-70% dei programmi – ha spiegato, sulla base dei dati del report europeo ‘State of subtitles access’ – mentre l’audio-descrizione è presente soltanto un’ora e mezza alla settimana. Quasi del tutto assente nelle televisioni private, da Mediaset a La 7. Molte tv italiane giustificano questa carenza per la mancanza di fondi, ma le spese per questo tipo di apparecchiature sono assolutamente irrisorie”.

Dal 2006 al 2010 ipoacusia per oltre 30mila lavoratori. Si tratta di una lacuna certamente grave e che segna una palese discriminazione nei confronti delle tante persone sorde, cieche, ipovedenti o ipoacusiche. Basti pensare che soltanto le denunce di malattia professionale pervenute all’INAIL e legate a casi di ipoacusia nei settori dell’agricoltura e dell’industria nel periodo 2006/2010, in Italia, sono state oltre 30mila (fonte: Rapporto annuale INAIL 2010). Al di là della realtà delle malattie professionali, nel nostro paese i non udenti o parzialmente non udenti sono oltre otto milioni, mentre i ciechi o ipovedenti sono quasi un milione.

Il Regno Unito il paese più “virtuoso” d’Europa. Se la situazione appare, dunque, fortemente complessa, tutto il contrario caratterizza il Regno Unito, una delle nazioni più virtuose da questo punto di vista, dove – afferma il presidente di Sub-Ti – “il 100% dei programmi Bbc è sottotitolato, mentre le televisioni private hanno quasi il 90% di programmi con sottotitoli”. Per quanto riguarda l’audio-descrizione, “la Bbc ha un buon 20% di programmi con questa tecnica, mentre alcune tv commerciali superano il 40%”.

La proposta: sponsorizzare i programmi sottotitolati. L’Italia, spiega ancora Spoletti, si colloca circa a metà della graduatoria dei paesi che hanno adottato tecnologie di sottotitolazione audiovisiva. In cima alla classifica, oltre al Regno Unito, troviamo il Belgio e l’Olanda. A metà classifica la Spagna e fanalini di coda Cipro, Malta e Lussemburgo. Secondo Spoletti una tecnica importante per far dotare le reti televisive di programmi di sottotitolazione sarebbe la “sponsorizzazione di tali programmi da parte di società private, proprio come avviene in altri paesi europei”.

Fonte: INAIL

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