Non è solo una questione di norme ma di formazione: qualificazione e fit test per l’impiego dei dispositivi salvavita
16 luglio 2020
L’emergenza Covid-19 ha evidenziato, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’importanza del corretto e appropriato impiego dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e specificatamente degli Apparecchi di Protezione delle Vie Respiratorie (APVR). Un DPI non perfettamente indossato non è efficace e, vanificandone l’efficacia, crea tra l’altro una pericolosa sensazione di sicurezza.
Solo un corretto sistema-addestramento APVR può consentire di non mandare gli addetti allo sbaraglio nelle attività che presentano rischi chimici e biologici con conseguenze molto gravi o danni irreversibili alla salute. La regolamentazione italiana in questo settore, come in altri, sconta un gap tecnico applicativo: se da un lato per i DPI salvavita di terza categoria il D.Lgs 81/2008 impone, oltre all’obbligo di info-formazione quello di addestramento (art.77 comma 5 lett. a), diversamente da quanto previsto per altri settori ‘a rischio’ (vedi il DM 4/02/2011 per i lavori sotto tensione, ma non solo), nulla di specifico viene detto riguardo alle modalità dello stesso ed alla qualificazione dei soggetti ‘istruttori’, se non indicazioni obsolete riferite al DM 2/05/2001, che riporta in allegato la norma UNI10720, da tempo ritirata. A questo panorama va aggiunto che il concetto di DPI adeguato e idoneo, previsto dal D.Lgs. 81/2008 ha avuto un riferimento importante nella norma UNI 11719:2018 per gli APVR, dove oltre al chiaro percorso per arrivare all’adeguatezza rispetto al livello di rischio, si aggiunge il metodo di selezione degli APVR con le conseguenti valutazioni sull’idoneità.
Il tassello fondamentale per definire un APVR idoneo è la prova di tenuta (fit-test) e la citata norma UNI ne definisce le modalità operative, procedurali e documentali. Si completa così, almeno per gli APVR, il percorso di scelta del DPI adeguato e idoneo, principio generale previsto per tutti i DPI. Anche il DM 6/03/2013 sui criteri di qualificazione dei formatori-docenti per la salute e sicurezza accorpa in un’unica categoria i rischi “tecnici/igienico-sanitari’ senza alcun riferimento specifico all’’igiene occupazionale ed alla selezione ed impiego dei DPI per la protezione delle vie respiratorie.
Emerge pertanto in tutte le situazioni critiche, e particolarmente in quelle ad alto rischio, la necessità di un’urgente regolamentazione, che definisca in modo chiaro e semplice:
– contenuti minimi dei programmi di addestramento proporzionati al rischio ed alla complessità del Dispositivo;
– formalizzazione dell’attestazione delle modalità ed effettività di avvenuto addestramento e di idoneità del lavoratore al compito;
– qualificazione e percorso formativo degli istruttori-docenti idonei all’addestramento in analogia agli standard internazionali riconosciuti già adottati in diversi paesi con una consolidata tradizione igienistico-occupazionale.