Donne e lavoro: la conciliazione che non c’è – Indagine Eurispes.

Nei giorni scorsi, Eurispes in collaborazione con Donne Europee-Federcasalinghe ha presentato i risultati di un’indagine approfondita sui problemi e sulle aspettative delle casalinghe italiane realizzata tramite un questionario presentato ad un campione di 1.035 donne.

L’immagine che ne esce, lasciandoci suggestionare prima dalle sensazioni che dai dati, è quella di una donna che un po’lavoratrice, un po’angelo del focolare, fatica sempre più a mantenere il giusto equilibrio tra lavoro, famiglia e figli.
Un “motore della società” – come dichiara il Presidente dell’Eurispes, Prof. Gian Maria Fara – che spesso è penalizzato dal desiderio di maternità e dalle difficoltà dik consiliare questa esigenza con il mondo del lavoro. Un motore che tuttavia sembra essere segnato da profonde contraddizioni. Da un lato l’Italia è caratterizzate da un livello di scolarizzazione femminile superiore a quello maschile – con una propensione per le discipline umanistiche – dall’altro la donna è ancora scarsamente presente nel mondo del lavoro o nelle posizioni di rilievo, nelle aziende e nella politica. E aumenta sempre più il numero delle donna che si occupano della cura della casa e, insieme, hanno un’attività lavorativa.
La parte delle donne che non crede più di potersi realizzare con il ruolo di casalinghe è ormai molto alto e raggiunge il 72,4%. Più di un terzo delle intervistate, il 35,5%, svolge un lavoro a tempo pieno, oltre alla quotidiana attività di casalinga “confermando l’importanza che attualmente l donna attribuisce alla dimensione lavorativa”. Questo equilibrio precario rischia di diminuire, almeno a livello psicofisico, se consideriamo, inoltre, che le donne, nella nostra società, sono le principali testimoni dei cambiamenti dovuti all’attuale fragile scenario economico internazionale. Sono le donne ad accorgersi della crescita dei prezzi e delle difficoltà economiche familiari e della perdita del potere d’acquisto delle famiglie . Per il 51,3% delle donne l’economia familiare nel corso del 2007 e nei primi mesi del 2008 ha “subito un lieve (36,3%) o un netto peggioramento (nel 15% dei casi).
Riguardo alla maternità la maggior parte delle donne, il 65,7%, ritiene che spesso si rinuncia o si rimanda una maternità proprio per le preoccupazioni legate al lavoro e alla carriera professionale. Gli interventi che lo Stato potrebbe porre in essere per tutelare le donne in maternità e facilitare il ritorno al lavoro, l’86,6% delle donne indica l’ampliamento dell’offerta degli asili nido pubblici, l’81,6% una organizzazione di idonee forme di flessibilità dell’orario di lavoro. E riguardo alla cura dei figli la metà delle intervistate (53%) ritiene che il ruolo dell’uomo ed il ruolo della donna all’interno della famiglia dovrebbero essere intercambiabili. Rispetto ad altri paesi europei nelle famiglie italiane è presente un netto equilibrio: solamente la metà delle coppie gestiscono i insieme la cura dei propri figli.
Questa precarietà nel mondo lavorativo si accompagna anche una mancanza di sicurezza nell’ambito domestico, per quanto riguarda gli incidenti domestici, Il 41,1% delle donne intervistate dichiara di aver subito infortuni nell’ambito delle mura di casa. Fra le cause individuate, il primo fattore è la distrazione e disattenzione (60,7%), il secondo la troppa imprudenza o inesperienza (13,3%). Tra gli altri fattori indicati gli improvvisi malesseri (6,6%) il cattivo/errato funzionamento delle apparecchiature di uso quotidiano come gli elettrodomestici (6,4%). Tra gli infortuni più diffusi le ferite da taglio, per quasi una donna su tre (37,2%), le cadute (24%), le ustioni termiche o chimiche (16,8%) e i danni conseguenti a urti o schiacciamenti (10%). Minore l percentuale di incidenti dovuti ad avvelenamento/intossicazione (2,3%) o elettrolocuzione n(2%).
Diversamente dagli infortuni lavorativi, gli infortuni domestici, “malgrado la loro estrema rilevanza, non sono facilmente stimabili in termini statistici. Malgrado gli sforzi in ambito normativo “è ancora eccessivamente ridotto il numero di casalinghe che, in seguito ad infortunio più o meno grave, hanno accesso alle diverse agevolazioni economiche “previste dalla legge 493/99 sull’assicurazione contro gli infortuni domestici.

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