E un altro anno è andato, ma la musica europea torna a suonare.

Come scrive, in questa nota che riportiamo nel link, Roberto Santaniello, Portavoce della Rappresentanza in Italia, della Commissione europea, “un’altro anno è andato, ma la musica europea torna a suonare”

L’anno che è appena terminato è stato un anno severo per tutti, per governi e cittadini dell’Unione europea. Provata dallo stop impresso alle ratifiche del nuovo trattato dal no irlandese, l’Unione ha cercato di destreggiarsi nei meandri della crisi come quei ciclisti su pista,abili nel surplace, lenti o praticamente immobili, ma pronti a scattare al momento giusto per impegnarsi nello spinti decisivo.

Scrive ancora Santaniello che “la giustificata attesa per le virtù taumaturgiche per la presidenza francese è stata messa a dura prova dalle crisi che hanno coinvolto l’Europa a partire da agosto.

Dapprima le vicende che hanno opposto la Georgia e la Russia, poi la grave crisi finanziaria che ha investito gli Stati Uniti prima e l’Europa dopo con i suoi effetti sull’economia del Vecchio Continente. Di fronte a premesse così complesse, l’Europa è riuscita a trovare il difficile bando della matassa, utilizzando ancora una volta la tecnica del pistard, un avvio lento, quasi impercettibile e poi via di corsa verso soluzioni politiche significative.

Le prime risposte alla crisi economica e finanziaria, sono state timide fin quando Nicolas Sarkosy e Josè Manuel Barroso hanno “inventato” il Vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’Euro zona. Da quel momento – scrive ancora Santaniello – e da quando è apparso chiaro che l’Europa doveva agire quanto meno in modo coordinato e non in ordine sparso, i decisori politici sono apparsi rinfrancati nel vedere le proprie azioni inquadrarsi nella più ampia e accogliente cornice comunitaria”.

(LG-FF)

Approfondimenti

Precedente

Prossimo