Earth Overshoot Day 2020, l’effetto della pandemia lo posticipa di oltre 3 settimane rispetto al 2019

L’Earth Overshoot Day è il giorno dal quale l’uomo inizia a usare più risorse naturali di quanto il pianeta possa rinnovare nel corso dell’anno. La ridotta impronta ecologica mondiale, determinata dalle misure di contenimento del Covid-19, ha fatto slittare di oltre 3 settimane questa giornata rispetto al 2019, dimostrando come sia possibile modificare lo stile di vita e i livelli di consumo delle risorse ecologiche.

Negli ultimi anni in questo periodo si pubblicavano articoli dedicati all’Earth Overshoot Day ovvero al giorno in cui l’umanità consuma tutte le risorse biologiche che gli ecosistemi naturali possono rinnovare nel corso dell’intero anno ed entra in debito ecologico.

Quest’anno la pandemia di Covid-19, e il lockdown imposto nella maggior parte dei Paesi per il suo contenimento e soppressione, hanno avuto delle notevoli ripercussioni sull’impronta ecologica di ogni Paese e sull’effettiva data dell’Overshoot Day.

Secondo il Rapporto 2020 del Global Footprint Network, l’Organizzazione di ricerca internazionale che calcola il giorno del sovrasfruttamento della Terra sulla base dell’indicatore ambientale “impronta ecologica” che misura la domanda mondiale di risorse, confrontandola con la biocapacità della Terra di rigenerarle in un anno, per la prima volta la data, anziché anticipare di qualche giorno quella dell’anno precedente (come è sempre avvenuto finora, nel 2019 è caduta il 29 luglio e nel 2018 il 1° agosto), viene ritardata al 22 agosto, riflettendo una riduzione del 9,3% dell’Impronta Ecologica dell’umanità tra il 1° gennaio e l’Earth Overshoot Day, rispetto all’anno precedente.

Mentre per la data dell’Oveshoot Day di ogni singolo Paese, non essendo ancora possibile stabilire quanto dureranno le misure in atto e il momento e modalità della ripresa, si è deciso di mantenere le date inserite in National Footprint and Biocapacity Accounts edizione 2019.
Pertanto per l’Italia l’Overshoot Day è stato confermato al 14 maggio (un giorno prima di quello del 2019, essendo il 2020 anno bisestile).

Il risultato del 2020 è la conseguenza delle misure di contenimento messe in atto in tutto il mondo in risposta alla pandemia. La riduzione della raccolta di legname e delle emissioni di CO2 da combustibili fossili sono i due principali fattori alla base dell’inversione storica del trend di lungo periodo dell’impronta ecologica globale

Per determinare l’impatto della pandemia sull’impronta dovuta alle emissioni di carbonio, diminuita del 14.5%, il periodo dal 1° di gennaio all’Earth Overshoot Day è stato diviso in 3 segmenti:
– gennaio-marzo, per il quale l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha già rilasciato un’analisi sulla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni;
– aprile-maggio, il periodo in cui le misure di contenimento in tutto il mondo sono state più severe;
– giugno-Earth Overshoot Day, durante il quale è previsto un graduale alleggerimento delle politiche di confinamento nella maggior parte dei Paesi colpiti dalla pandemia.

L’Impronta dovuta al consumo di prodotti forestali, diminuita dell’8.4%, è fortemente influenzata dalle previsioni della domanda di legname che, a loro volta, determinano il raccolto forestale. Sebbene le costruzioni siano proseguite durante la pandemia, l’industria forestale ha previsto un calo della domanda prossima futura, optando quindi per una rapida riduzione nella raccolta del legname.

Il sistema alimentare mondiale ha subito gravi disturbi, quali la sospensione temporanea dei servizi alimentari e l’impossibilità per i lavoratori agricoli migranti di attraversare le frontiere. Dalla fattoria alla tavola, la rete di distribuzione è stata compromessa in molti punti, andando ad aumentare al contempo sia gli sprechi alimentari che la malnutrizione. Ciononostante, l’impronta alimentare complessiva sembra non essere stata influenzata particolarmente dalla pandemia di Covid-19.

Approfondimenti

Precedente

Prossimo