EEA analizza i potenziali benefici del ripristino dello stato naturale delle pianure alluvionali

Le aree vicine ai fiumi, conosciute come pianure alluvionali, fanno parte del sistema fluviale. Nel loro stato naturale rappresentano un’importante parte ecologica di questo sistema, esse filtrano e immagazzinano acqua, costituiscono una protezione naturale dalle inondazioni e contribuiscono a garantire la diversità biologica presente.

Oggi le pianure alluvionali fluviali in Europa non sono più nelle loro condizioni naturali, in gran parte a causa del degrado ecologico causato dalle attività umane.

Le proiezioni sul cambiamento climatico suggeriscono che, in alcune parti d’Europa, aumenteranno le precipitazioni ad alta intensità, mentre in altre la siccità potrebbe diventare più frequente, influenzando la condizione delle pianure alluvionali.
In entrambi i casi, il miglioramento dell’integrità ecologica diventa sempre più importante e le pianure alluvionali naturali diventeranno la chiave per raggiungere importanti obiettivi politici.

Il focus EEA “Why should we care about floodplains?” (Perché dovremmo preoccuparci delle pianure alluvionali?) fornisce una panoramica dei benefici trasversali delle attività di ripristino delle pianure alluvionali.

Le pianure alluvionali sono una parte importante del capitale naturale dell’Europa, coprono il 3-5% dell’area del continente e il 50-60% dei suoi siti terrestri Natura 2000. Poiché si allagano regolarmente, le pianure alluvionali sono naturalmente aree molto fertili. Questa caratteristica, combinata con l’uso dei fiumi per i trasporti, le ha storicamente rese ideali per insediamenti umani e agricoltura.

Oggi molte delle principali città europee si trovano nelle pianure alluvionali che ospitano il 15% della popolazione europea (in Austria, Paesi Bassi, Slovacchia e Slovenia questa percentuale sale a oltre il 25%). L’agricoltura è un attività collegata a circa il 60% del suolo di tali pianure che ospitano anche specie e habitat protetti.

Questa spinta all’aumento dell’urbanizzazione, alla crescita economica e a una più ampia superficie agricola continuano a guidare i cambiamenti nei sistemi fluviali europei. La tutela della sicurezza pubblica dalle inondazioni attraverso il drenaggio e la protezione dalle inondazioni si è sviluppata negli ultimi secoli, specialmente dopo la seconda guerra mondiale. Essendo i grandi fiumi europei importanti corridoi di trasporto che favoriscono i commerci su grandi distanze per migliorare la navigazione sono stati raddrizzati i corsi dei fiumi modificando i fondali e forzando i flussi delle acque. Questi cambiamenti hanno visto anche progetti di bonifica dei terreni e le pianure alluvionali sono state prosciugate per una avere una maggiore produzione agricola per garantire l’approvvigionamento alimentare.

Tuttavia, questi cambiamenti hanno anche reso le inondazioni più dannose, le onde di piena sono diventate più alte e viaggiano più velocemente lungo i fiumi raddrizzati, inoltre trasportano grandi quantità di sedimenti fini che creano depositi più grandi di quelli sarebbero stati prodotti in condizioni naturali. Ulteriori danni sono stati introdotti dal desiderio combinato di controllo delle piene, approvvigionamento idrico e energia idroelettrica, che ha aumentato lo sviluppo delle dighe idroelettriche e dei serbatoi di stoccaggio dell’acqua.

Sebbene questi cambiamenti abbiano sostenuto sia la crescita economica che la protezione dalle inondazioni, hanno anche avuto gravi conseguenze ambientali. Le soluzioni messe in atto hanno disconnesso i fiumi dalle loro pianure alluvionali, riducendo notevolmente la loro capacità di mitigare gli effetti delle alluvioni e della siccità. Le pianure non sono più in grado di preservare gli habitat e proteggere la qualità delle acque.

Visti i molteplici benefici forniti dalle pianure alluvionali naturali, le politiche dell’UE incoraggiano il ripristino di misure naturali di ritenzione idrica, la conservazione delle pianure alluvionali esistenti, nonché la realizzazione di piani di gestione del rischio di alluvioni, di conservazione e di adattamento ai cambiamenti climatici.

Fonte: EEA

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