EEA, l’espansione urbana in Europa

I dati presentati nel rapporto “Urban sprawl in Europe” elaborato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente presentano il fenomeno incontrollato dell’espansione urbana in Europa che è in progressivo aumento in tutti i Paesi a partire dagli anni 2000. Lo studio sottolinea la necessità di incoraggiare metodi di sviluppo positivi, come il miglioramento della densità abitativa delle aree residenziali già esistenti all’interno delle città e la creazione di aree verdi pubbliche non edificabili.

Il rapporto “Urban sprawl in Europe” elaborato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, in collaborazione con il Federal Office for the Environment svizzero, analizza il fenomeno dell’espansione urbana incontrollata che è in progressivo aumento in tutti i paesi europei a partire dagli anni 2000.

Lo studio ha esaminato il grado di espansione urbana di 32 paesi europei, nel 2006 e nel 2009, e ha valutato il problema sulla base di dati presi a livello nazionale, regionale e di cella di 1 km quadrato, sulla base dei dati del satellite Copernico che fornisce informazioni su una serie di aree tematiche.

L’analisi ha utilizzato il cosiddetto metodo “proliferazione urbana ponderata” che quantifica il grado di espansione urbana per ogni area data attraverso la combinazione di tre componenti:
– la dimensione dei centri abitati,
– la configurazione spaziale dei centri abitati nel paesaggio,
– la diffusione per numero di abitanti e posti di lavoro.

Se è vero che lo sviluppo edilizio urbano e di strutture commerciali è stato spesso associato ad una serie di effetti economici e sociali positivi, nondimeno questo ha causato, come asserito dagli studiosi, degli “effetti negativi e duraturi sull’ambiente” quali la diminuzione di terreni agricoli fertili, l’impermeabilizzazione del suolo e la perdita di funzioni ecologiche essenziali.

L’aumento dei centri abitati si è tradotto, inoltre, in un aumento delle emissioni di gas a effetto serra, in costi infrastrutturali più elevati per i trasporti, acqua ed elettricità, e nella frammentazione del paesaggio con conseguenze potenzialmente devastanti per la biodiversità e gli ecosistemi. Chi vi abita invece spesso soffre per i servizi essenziali insufficienti e l’esposizione all’inquinamento atmosferico.

Lo studio sottolinea che, invece, vi sarebbe la necessità di incoraggiare metodi di sviluppo positivi, come il miglioramento della densità abitativa delle aree residenziali già esistenti all’interno delle città e la creazione di aree verdi pubbliche non edificabili.

I risultati dello studio, che si propone di supportare il processo decisionale politico ed una migliore pianificazione urbana a livello europeo, possono essere così sintetizzati:
– le zone a più alta espansione urbana in Europa si trovano nel nord-est della Francia, in Belgio, nei Paesi Bassi, nella Germania occidentale e tra Londra e le Midlands;
– l’espansione urbana è più pronunciata negli anelli intorno ai centri urbani, lungo i grandi corridoi di trasporto e lungo molte coste, in particolare nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo; di contro i livelli più bassi si trovano principalmente nelle aree montuose o remote;
– una varietà di fattori come, ad esempio, un più alto reddito, il possesso e l’uso delle automobili, la preferenza per l’edilizia abitativa indipendente, cambiamenti nello stile di vita o demografici influenzano l’espansione urbana.

Fonte: ARPAT

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