EEA pubblica il primo report per il 2018 sulla vulnerabilità del cambiamento climatico e le valutazioni del rischio in Europa

Fenomeni come piogge improvvise ed intense, inondazioni, straripamenti di fiumi, smottamenti e frane che si sono succeduti sul territorio europeo nell’ultimo decennio, hanno imposto alla Commissione Europea di programmare una serie di iniziative ed interventi per rimodulare tutta una serie di attività umane al fine di limitare se non tentare di annullare gli effetti negativi sull’ambiente e sulla popolazione.

La Commissione Europea, attraverso l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), ha redatto un primo report per il 2018 sulla vulnerabilità del cambiamento climatico e le valutazioni del rischio in Europa (National climate change vulnerability and risk assessments in Europe 2018) che mette in evidenza iniziative ed interventi volti a meglio affrontare la sfida di un adattamento climatico e dei potenziali pericoli derivanti dalle mutate caratteristiche e condizioni delle precipitazioni, alluvioni e siccità.

Il report, redatto per ognuno dei 33 paesi facenti parte dell’Unione, vuole promuovere una proficua interazione tra climatologi, geologi ed esponenti delle forze politiche, tutti coinvolti nella realizzazione di un programma di pianificazione all’adattamento climatico. I risultati di questa collaborazione forniranno un contributo importante per indirizzare ed orientare le decisioni dei politici coinvolti a vario titolo nell’individuazione delle azioni di adattamento nei settori vulnerabili dei paesi come l’agricoltura, la pesca, la protezione delle biodiversità, la pianificazione territoriale e lo sviluppo delle infrastrutture.

Si tratta dunque di fornire cruciali informazioni per lo sviluppo ed il miglioramento di politiche di adattamento strategico, con l’intento di diminuire la vulnerabilità ai cambiamenti climatici.
L’elemento della vulnerabilità risulta essere una misura integrata composta da tre fattori: esposizione (al rischio), sensibilità e capacità adattativa (resilienza) e pertanto la vulnerabilità è sostanzialmente interpretabile come il risultato di una valutazione che integra fattori bio-geofisici a fattori socio-economici.

La Commissione Europea sta attualmente valutando la strategia di adattamento di ogni singolo paese dell’UE attraverso delle schede che valutano il livello di prontezza raggiunto da ciascun Stato membro riferito alle cinque fasi del processo delle politiche di adattamento previste dalle linee guida sullo sviluppo di strategie all’adattamento così declinate:
– preparare il terreno all’adattamento;
– valutare i rischi e le vulnerabilità;
– identificare le azioni di adattamento;
– valutare le azioni di adattamento;
– implementazione/miglioramento.

Lo studio analizza lo stato attuale delle valutazioni di rischio e vulnerabilità degli Stati membri con particolare attenzione sulle valutazioni che sono state intraprese a livello nazionale e che hanno caratterizzato il metodo applicato nei molteplici settori (agricoltura, pesca, protezione della biodiversità, pianificazione territoriale e sviluppo delle infrastrutture).

Le risposte e dunque le informazioni fornite dalle rilevazioni inerenti l’impatto dei cambiamenti climatici, vulnerabilità e rischio, sono servite per definire gli obiettivi delle strategie nazionali di adattamento ed i relativi piani nazionali di adattamento al fine di identificare i settori prioritari od i più rilevanti correlati al rischio climatico e che richiedono particolare attenzione.

Fonte: ARPAT

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