EEA pubblica il rapporto 2017 sulla qualità dell’aria in Europa

L’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria in Europa dell’Agenzia Europea dell’Ambiente conferma che, nonostante dei miglioramenti, le persone che vivono nelle città europee sono esposte a scarsa qualità dell’aria che continua a causare la morte prematura di più di 400.000 persone ogni anno. Italia e Germania le più colpite.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha pubblicato il 11 ottobre 2017 il report “Air Quality in Europe 2017”, che costituisce un’analisi aggiornata della qualità dell’aria e dei suoi effetti, sulla base dei dati ufficiali provenienti da più di 2.500 stazioni di monitoraggio in tutta Europa nel 2015. La relazione è stata lanciata durante la “Settimana europea delle regioni e delle città 2017”, il più importante evento pubblico del suo genere in Europa che si svolge a Bruxelles (10-13 ottobre 2017) e che consente a funzionari delle amministrazioni regionali e locali, esperti e accademici di scambiare buone pratiche e competenze tecniche in materia di sviluppo regionale e urbano.

I dati mostrano che la qualità dell’aria in Europa sta lentamente migliorando grazie alle politiche passate e attuali e agli sviluppi tecnologici, ma le alte concentrazioni di inquinamento atmosferico continuano ad avere effetti significativi sulla salute degli europei, con particolato (PM), biossido di azoto (NO2 ) e ozono (O3) a livello del suolo, che provocano i danni maggiori.

Secondo il rapporto, le concentrazioni PM2.5 sono state responsabili di circa 428.000 morti premature (si considerano tali quelle che si verificano prima che una persona raggiunga l’età prevista dall’aspettativa di vita standard per un paese e per il sesso) in 41 Paesi europei, di cui circa 399.000 nell’UE-28 (solo in Italia quasi 60.000). La scarsa qualità dell’aria ha anche notevoli impatti economici, aumentando le spese mediche, riducendo la produttività dei lavoratori e danneggiando il suolo, le colture, le foreste, i laghi e i fiumi.

Quest’anno il rapporto pone una maggiore attenzione sul ruolo dell’agricoltura nel rilasciare le emissioni di inquinanti atmosferici e gas ad effetto serra, offrendo un’ampia gamma di azioni, comprese le misure disordine tecnologico, economicamente sostenibile, anche se l’Agenzia sottolinea che la loro adozione presuppone notevoli dimensioni ed intensità.

La sintesi dei principali risultati principali del rapporto:
Particolato. Il 7% della popolazione urbana dell’UE-28 è stato esposto nel 2015 a livelli di PM2.5 superiori al valore limite annuale dell’UE e circa l’82% è stato esposto a livelli superiori dei limiti previsti dalle Linee Guida più stringenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Sono circa 400.000 le morti premature nell’UE causate nel 2014 da questo inquinante, con il picco della Germania (oltre 66.000) seguita dall’Italia (quasi 60.000).
Anidride carbonica. Il 9% della popolazione urbana dell’UE-28 è stato esposto a livelli di NO2 superiori al valore limite annuale dell’UE e alle Linee Guida dell’OMS nel 2015. L’esposizione a NO2 ha causato la morte prematura di circa 78.000 persone in 41 paesi europei nel 2014. Il primato in questo caso è dell’Italia con oltre 17.000, a seguire la Germania con quasi 13.000.
Ozono a livello del suolo. Il 30% della popolazione urbana dell’UE-28 è stato esposto a livelli di O3 superiori al valore obiettivo dell’UE nel 2015, mentre secondo le Linee Guida dell’OMS sarebbe circa il 95%. L’esposizione a O3 ha causato la morte prematura di circa 14.400 persone in 41 paesi europei nel 2014. Anche in questo caso a guidare la triste classifica è l’Italia con quasi 3.000, seguita dalla Germania (2.200).

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