EEA pubblica un rapporto sulle acque europee che fornisce una valutazione aggiornata sullo stato di salute di corpi idrici superficiali e sotterranei

Le acque europee diventano più pulite, ma rimangono ancora grandi problemi da risolvere. Secondo un recente rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente, nonostante i progressi osservati negli ultimi decenni in termini di miglioramento della qualità ambientale per molti laghi, fiumi, acque costiere e sorgenti sotterranee d’Europa; l’inquinamento, strutture come le dighe e l’eccessiva estrazione restano tra le principali minacce per la salute nel lungo termine dei corpi idrici.

Secondo quanto emerge dal rapporto dell’EEA “Valutazione delle acque europee 2018”, gli Stati membri dell’UE hanno compiuto sforzi notevoli per migliorare la qualità delle acque, perfezionando il trattamento delle acque reflue e riducendo il deflusso di inquinanti dai terreni agricoli. Sono state inoltre adottate misure per consentire ai pesci migratori il superamento delle barriere e ripristinare ecosistemi acquatici degradati.

Benché la maggior parte dei corpi idrici sotterranei europei, come le falde acquifere, goda di buona salute, secondo la relazione solo il 40 % dei laghi, dei fiumi, delle acque costiere e degli estuari monitorati ha raggiunto almeno lo stato ecologico “buono” o “elevato” della direttiva quadro dell’UE sulle acque durante il periodo di monitoraggio 2010-2015. L’ultima valutazione dell’EEA, nel 2012, ha riscontrato un livello analogo di corpi idrici con uno stato ecologico “buono” o “elevato” e ha considerato anche lo stato quantitativo e l’eccessiva estrazione delle acque sotterranee europee, nonché lo stato chimico generale dei corpi idrici.

Il rapporto dell’EEA fornisce una valutazione aggiornata dello stato di salute di oltre 130.000 corpi idrici superficiali e sotterranei monitorati dagli Stati membri dell’UE, sulla base dei dati acquisiti e riportati da oltre 160 dei cosiddetti piani di gestione dei bacini idrografici relativi al periodo dal 2010 al 2015.

La valutazione delle acque da parte dell’EEA è la seconda dal 2012 ad oggi. Da allora la conoscenza delle acque europee è aumentata in modo significativo, consentendo di comprendere meglio la situazione, i problemi che impediscono di raggiungere un “buono stato” e le misure attuate per migliorarlo. Il rapporto dell’EEA ne integra un’altra in corso di pubblicazione, a cura della Commissione europea, che valuterà il grado di conformità degli Stati membri alla direttiva quadro sulle acque. La direttiva definisce un quadro sulle modalità di valutazione, gestione, protezione e miglioramento della qualità delle acque in tutta l’UE e richiede agli Stati membri di approntare piani di gestione dei bacini idrografici (RBMP – River Basin Management Plans) e un programma di misure per migliorare la qualità delle acque.

Fonte: EEA

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