La carbon footprint – o impronta di carbonio – rappresenta l’insieme delle emissioni di gas a effetto serra attribuibili a un prodotto, un’organizzazione o un singolo individuo. Nel caso delle organizzazioni, come istituzioni e imprese, si tratta un indicatore concepito per misurare e monitorare la quantità di emissioni di gas serra prodotte.
L’ENEA ha già avviato una campagna per selezionare le organizzazioni pubbliche e private disponibili al calcolo e alla valutazione della loro ‘carbon footprint’. Inoltre l’Agenzia definirà la metodologia per la messa a punto dei database relativi ai ‘fattori di emissione’ nazionali.
Nei prossimi tre anni i cinque Paesi lavoreranno insieme per permettere ad aziende e istituzioni di valutare le emissioni di anidride carbonica equivalente associate alle loro attività. Inoltre, il progetto punta a preparare materiale informativo e corsi per la formazione di esperti nel calcolo della CFO, a realizzare banche dati nazionali con tipologie di emissioni climalteranti di diversi settori e a creare una piattaforma di cooperazione con tutti i materiali e gli strumenti disponibili.
Ogni Stato coinvolto si occuperà anche della formazione di un policy maker nazionale per implementare le politiche per la riduzione della CFO: si tratta di programmi volontari che implicheranno la partecipazione di circa 90 fra organizzazioni pubbliche e private, attive in settori come trasporti, rifiuti, costruzioni, agroalimentare.
Finanziato nell’ambito dell’area “Climate Governance and Information” del programma europeo Life 2014-2020, il progetto può rappresentare un valido strumento per il monitoraggio dell’efficacia e dell’efficienza delle politiche di gestione ambientale e per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità delle organizzazioni, che si traducono inevitabilmente in obiettivi di competitività (grazie al controllo dei consumi energetici), di gestione aziendale, di Corporate Social Responsibility e di comunicazione.