EU-OSHA, come ridurre l’esposizione ad agenti cancerogeni sul posto di lavoro

In un’intervista con Euronews, il direttore esecutivo dell’EU-OSHA parla dei tumori professionali, che rappresentano una delle maggiori minacce per la salute nei luoghi di lavoro di tutta Europa, oltre a essere la principale causa delle malattie professionali e della mortalità legata al lavoro.

Nel suo ultimo episodio di Real Economy, Euronews esamina i pericoli che caratterizzano gli ambienti di lavoro nell’Unione europea, con un’attenzione particolare ai tumori professionali. L’episodio presenta un’intervista con la dott.ssa Christa Sedlatschek, direttore esecutivo dell’EU-OSHA, e un esempio di buone pratiche nel settore della lavorazione del legno.

I tumori professionali rappresentano una delle maggiori minacce per la salute nei luoghi di lavoro di tutta Europa, oltre a essere la principale causa delle malattie professionali e della mortalità legata al lavoro. Mediante la sua attuale campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri 2018-19”, l’EU-OSHA contribuisce significativamente a combattere i tumori correlati al lavoro, in linea con i valori del pilastro europeo dei diritti sociali.

“L’Unione europea ha modificato le direttive sui cancerogeni e i mutageni – ha detto la Sedlatschek -. Sono 26 le sostanze individuate che causano il cancro e abbiamo fissato dei limiti di esposizione sul posto di lavoro per queste 26 sostanze. Se si applicano queste limitazioni potremmo evitare la morte di centinaia di migliaia di persone.

Ma quali sono i settori più esposti e quindi più pericolosi per i lavoratori?

“Ad esempio nel campo della saldatura: lì i cancerogeni vengono generati durante il processo lavorativo. Ma anche gli infermieri e le infermiere nel settore sanitario, altro esempio, sono esposti ad agenti cancerogeni e anche i parrucchieri: utilizzare prodotti chimici per il loro lavoro significa essere esposti ad agenti cancerogeni. Aggiungo anche il settore delle costruzioni perché lì la manutenzione degli edifici è anche ad alto rischio per la presenza di amianto e polvere di silice”.

Le grandi aziende che hanno delle infrastrutture più solide e grandi possono considerarsi luoghi a meno rischio, ossia dove è possibile applicare meglio misure preventive quando si parla di salute sul posto di lavoro e rischio di esposizione al cancro?

“Diversi sondaggi e ricerche ci indicano chiaramente che le aziende più grandi, in termini di strutture, hanno acquisito un approccio più sistematico verso la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, mentre le aziende più piccole non hanno adottato un approccio sistematico e integrale al riguardo. Quello che fanno solitamente è prendere misure ad hoc via via. La nostra agenzia ha sviluppato uno strumento interattivo presente on line sulla valutazione del rischio: il progetto Oira, che fornisce assistenza a queste aziende. Non ha costi da sostenere, è sul web, è facilmente accessibile ed è uno strumento davvero ottimo per la valutazione del rischio”.

Le abbiamo chiesto di mostrarci un oggetto reale che ci faccia vedere di cosa stiamo concretamente parlando. Di che si tratta? (Christa Sedlatschek ci mostra una piccola casa di legno sulla quale sono indicati 4 diversi livelli ndr)

Si tratta – spiega la direttrice – della cosiddetta casa della fattibilità lavorativa su 4 fasi o livelli che sono utili per migliorare il livello di lavoro delle persone. Ovviamente la salute è la base, poi le competenze e i talenti, ma anche i valori e il lavoro in sé contano, certo”.

Fonte: EU-OSHA

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