Evoluzione della normativa italiana in materia di sicurezza e salute sul lavoro

Nel momento in cui , sotto la spinta del cosiddetto “ riordino “ legislativo, viene proposto dal Governo, in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro un discutibile Testo Unico, l’Istituto Italiano di Medicina Sociale(IIMS) ha elaborato uno studio, curato dalla sociologa Giulia Ombuen, dove viene analizzata l’evoluzione della normativa italiana su tale materia alla luce della politica europea.

Lo studio che è stato elaborato dalla sociologa Giulia Ombuen per l’Istituto Italiano di Medicina sociale ripercorre il lungo cammino che la legislazione italiana ha percorso negli ultimi 50 anni, sino alla emanazione di quel decreto legislativo 626 del 1994 e successive integrazioni e modificazioni che, recependo le specifiche direttive europee, ha rappresentato una profonda innovazione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Infatti, con tale provvedimento il legislatore italiano per la prima volta ha definito un sistema “ globale” di gestione della prevenzione dei rischi sui luoghi di lavoro in cui è l’uomo al centro dell’intervento e non più la macchina. Il presente lavoro che ha per titolo “ Evoluzione della normativa italiana in materia di salute e sicurezza sul lavoro alla luce della politica sociale europea “ illustra le modifiche intervenute , a livello sovranazionale, nel sistema giuridico italiano di tutela della sicurezza e salute , di cui il D.Lgs. 626/94 rappresenta l’espressione più avanzata. Lo studio della Ombuen rappresenta uno dei contributi elaborati dal Servizio Informazione, Assistenza e Consulenza dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale sia per illustrare la strategia di azione delineata dal legislatore italiano in sede di recepimento del nuovo approccio alla prevenzione di derivazione europea, contenuto in primis nella Direttiva Quadro 391/89 CE, sia per sopperire all’esigenza di fornire agli operatori del settore la versione aggiornata del D.Lgs. 626/94, oggetto di costanti modifiche ed integrazioni da parte del legislatore nel corso dei 10 anni dalla data della sua emanazione. Nella Introduzione, la Ombuen scrive che “ Nelle aree industrializzate del nostro pianeta , l’approccio ai problemi della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro è andato evolvendo nel corso degli anni 50 in relazione ai corrispondenti cambiamenti economico – sociali .Dalla metà del secolo scorso , infatti, il mondo del lavoro nelle società avanzate ha avuto una evoluzione incessante, e per certi versi vertiginosa, dovuta alla massiccia introduzione di nuove tecnologie e di processi di automazione delle attività. Gli anni dal ‘50 al ’70 sono caratterizzati da un lato da una produzione industriale impostata secondo il modello fordista ( la cosiddetta “ organizzazione scientifica del lavoro” ), dall’altro da una crescente domanda di beni di consumo .Sono gli anni in cui si diffonde un livello di prosperità senza precedenti , grazie ad una congiuntura economica favorevole allo sviluppo della produzione in serie per i mercati di massa. L’attenzione e l’intervento della nocività del lavoro impegno relativamente agevole stante la rigidità delle modalità e delle funzioni lavorative imposte dal modello fordista, funzionali al livello tecnologico che lo caratterizzava. Quella rigidità si riverberava sull’intero ciclo del lavoro e ne determinava connotazioni di fatica e di rischio individuabili in modo sufficientemente agevole e rigoroso…Alla fine degli anni ’80 l’evidenza dei costi umani, assicurativi e sanitari, generati dai problemi di salute insorti per attività lavorative , nonché le aumentate potenzialità di intervento positivo fornite dalla ricerca scientificae dal livello tecnologico del nuovo livello produttivo determinano che l’attenzione degli organismi internazionali, del mondo della ricerca e della legislazione si focalizzi sulla necessità di individuare interventi preventivi per la tutela della salute dei lavoratori. E’in quegli anni che l’Unione europea promuove studi sulle cause degli incidenti sul lavoro..dando vita alla prima direttiva quadro ( la 89/391) affrontando la materia prevenzionale definendo un sistema di gestione e organizzazione delle attività di prevenzione ed protezione dai rischi sui luoghi di lavoro che coinvolgerà tutti i soggetti che ruotano intorno al mondo del lavoro.

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