Secondo Berlinguer, i rapidi cambiamenti dei processi produttivi, della società e delle aspirazioni della gente, suggeriscono di accrescere da una lato la flessibilità del lavoro, dall’altro la sicurezza.
L’associazione di questi due aspetti puo’ creare nuove opportunità e, rafforzandosi l’un l’altra, puo’ provvedere ad un maggiore equilibrio tra lavoratori e datori di lavoro.
Allo stesso tempo, assistiamo all’aumento del lavoro precario e a pratiche abusive, specialmente per le fasce più deboli – donne, giovani, anziani, migranti, disabili ma anche adulti con livelli più bassi di istruzione, soggetti a una maggiore pressione sul lavoro. Le ineguaglianze sempre più profonde della nostra società pesano soprattutto su queste categorie, ma è possibile affrontarle attraverso il miglioramento delle condizioni materiali – il salario, l’ambiente sicuro, il riconoscimento di diritti e di status, regole, e migliorando anche le condizioni culturali dei lavoratori. Per questo è fondamentale un approccio alla flexisicurezza che accresca l’eguaglianza sociale, la protezione del lavoro, la parità di genere e posti di lavoro di buona qualità. La contrattazione collettiva è altrettanto fondamentale, cosi’ come la rappresentanza, essendo evidente il legame tra debole protezione del lavoro e ineguaglianze.
In tale approccio globale, occorre lottare contro l’analfabetismo e l’analfabetismo di ritorno anche tramite programmi di apprendimento durante tutto l’arco della vita. Questi programmi (lifelong learning) sono essenziali ai fini della dinamicità del mercato del lavoro e possono permettere ai lavoratori di restare competitivi nel corso della carriera e della vita.
E’ necessario accrescere i livelli d’istruzione e investire maggiormente nell’istruzione e nella formazione, in quanto il possesso di abilità e il loro costante aggiornamento è la vera ricchezza di cui possono disporre i lavoratori più deboli, in un’ottica “avanzata” di flexisicurezza; diventa quindi fondamentale invertire la tendenza per cui il sistema di formazione continua viene spesso utilizzato dalle imprese per investire sui lavoratori di cui ritengono di avere bisogno, mentre non vengono considerati gli altri, scaricando così sulla collettività i costi della formazione e del difficile reimpiego.
(LG-RMP)