Fukushima: aperta inchiesta su falsi livelli radiazioni

Il ministero della Salute giapponese ha aperto un’indagine su una società chiamata a decontaminare la centrale di Fukushima, distrutta dallo tsunami del marzo 2011.
Alcuni operai hanno denunciato di aver ricevuto dalla ditta la richiesta di alterare i misuratori di radiazioni per continuare a lavorare all’interno dell’impianto nucleare.

Il ministero della Salute giapponese ha aperto un’indagine su una società chiamata a decontaminare la centrale di Fukushima, distrutta dallo tsunami del marzo 2011.
Alcuni operai hanno denunciato di aver ricevuto dalla ditta la richiesta di alterare i misuratori di radiazioni per continuare a lavorare all’interno dell’impianto nucleare.

La voce si era sparsa fin dalle prime settimane dopo il disastro sui blog indipendenti, ma nessun grande media nazionale aveva ripreso la notizia.

Ora ci ha pensato l’Asahi Shinbun – grande quotidiano giapponese, divenuto negli ultimi tempi fortemente antinucleare, che dopo una lunga e delicata inchiesta ha scosso il Giappone. Secondo l’Asahi Shinbun, almeno una società subappaltatrice di mano d’opera della Tepco, la compagnia elettrica che gestisce Fukushima, ha fornito dosimetri “taroccati” (ricoperti da una pellicola di piombo) ai suoi operai.

Nella foto (vedi link), il dosimetro taroccato, nella ricostruzione pubblicata dal giornale.
Il curioso è che aldilà della scontata smentita della Tepco, non c’è ancora stata alcuna presa di posizione del governo – che ha appena seminazionalizzato la società per far fronte agli enormi debiti accumulati – né sembra che si siano mosse polizia e magistratura.

Forse in Giappone – dove vige comunque la discrezionalità dell’azione penale – non è reato taroccare i dosimetri, avvelenando dolosamente gli operai.

A loro insaputa. Altro che “eroi”, altro che “samurai”. Lavoratori “a perdere”.

Fonte: Libero.it

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