“Futuro Sì Indietro No”: intervento di Epifani, 4 aprile, al Circo Massimo

Pubblichiamo l’intervento del segretario generale, Guglielmo Epifani, alla manifestazione nazionale della Cgil “Futuro Sì Indietro No” al al Circo Massimo il 4 aprile 2009

Roma, 4 aprile – L’intervento del segretario generale, Guglielmo Epifani, alla manifestazione nazionale della Cgil “Futuro Sì Indietro No”

Credo che comprenderete perché voglio dire che per noi tutti, oggi, è un grande motivo di orgoglio, e anche di emozione, tornare qui insieme in questa piazza.
Qui dove tre milioni di persone scrissero una pagina che nessuno ha scordato in difesa dei diritti dei lavoratori.
Di tutti i lavoratori.
E dove assieme rispondemmo alla follia disumana del terrorismo.È una soddisfazione averla riempita ancora una volta e non era scontato per niente. Solo chi ci giudica seduto da una poltrona, o da fuori, oppure non sa o non vuole sapere o non vuole informare, può pensare che tutto possa ripetersi così, quasi per caso. Non è così. Soprattutto con una crisi grande come questa. Se siamo in tanti lo si deve al lavoro, alla passione, alla determinazione, alla fiducia, alla speranza, dei veri protagonisti di questa giornata: l’Italia del lavoro, l’Italia dei giovani, l’Italia dei precari, l’Itali degli anziani e dei pensionatiVoglio per questo ringraziare tutte e tutti e soprattutto quelli che hanno fatto sacrifici per essere qui tra di noi. C’è chi è partito venerdì alle 13 e tornerà a casa alla stessa ora di domenica. C’è chi ha finito ieri di lavorare e ha preso un pullman, passandoci l’intera notte, per essere qui di primo mattino. Ci sono tanti anziani oggi, tanti pensionati, che ancora una volta si sono rimessi in marcia per dimostrare quale dignità e quale forza morale essi sanno esprimere.
E voglio in modo particolare ringraziare i giovani, i giovani in formazione, i giovani a lavoro, i tanti precari, quelli in cassa integrazione, che sono qui con noi perché questa manifestazione parla del futuro che pensiamo per loro.

…. omissis (vedi link)

Nei giorni precedenti due fatti, due incontri, mi sono rimasti impressi dentro e avverto il dovere di raccontarli. La prima: la faccia, l’espressione, l’incredulità triste di un precario che non sapeva giustamente rassegnarsi al fatto che con il primo di luglio non avrebbe più lavorato in quel luogo, in quell’ufficio, dove per anni aveva prestato servizio. Ho visto una persona ferita, umiliata, senza un perché. Il secondo. Una lettera di una giovane donna che ha scritto alla Cgil. “Mi rivolgo a lei perché non so se può esistere qualcuno in grado di aiutare me e quei giovani della mia età, intorno all’età intermedia dei trent’anni, dove dovremmo essere le colonne portanti del nostro paese ma non siamo che dei disperati. Non sto qui a scriverle per chiederle denaro ma solo per farle capire che persone come me avrebbero solo bisogno di fiducia, di stimoli, di incentivi, di risposte. Comunque stia tranquillo: starò qui con il mio misero lavoro in nero, sperando che un giorno mi paghino e cercherò di continuare a sorridere alla vita come ho sempre fatto”.Ai tanti come lei, concludendo questa giornata, vorrei che assieme dedicassimo il senso e il valore della nostra manifestazione. Ai tanti che non hanno trovato mai o ancora un lavoro vero. Ai tanti ai quali la crisi non può togliere quello che in realtà non hanno mai avuto o non hanno ancora incontrato.Grazie a tutte e a tutti anche per questo.Grazie per la giornata che avete costruito.Grazie per chi ci sta ascoltando.Da Roma, dal Circo Massimo, parte un grande messaggio di speranza, di cambiamento, di unità del mondo del lavoro, per non lasciare, ma davvero, indietro nessuno.
Per vincere solitudine, rassegnazione, disperazione e per guardare avanti, oltre se stessi, avanti e sempre anche agli altri.

W la Cgil.

W il mondo del lavoro

(Pa-Ra)

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