La gestione socialmente virtuosa ed efficiente dell’acqua rappresenta un elemento qualificante per un Paese come il nostro, che non solo punta sulla tutela ambientale e la valorizzazione della biodiversità, ma che ha deciso di cambiare il suo modello di sviluppo, scegliendo la strada vincente per il futuro, quella sostenibilità ambientale, ma anche sociale ed economica.
Credo che ogni persona che rappresenti le istituzioni debba sentire forte il dovere morale di assicurare che l’acqua, come risorsa di vita e bene comune, arrivi nelle case di tutti gli italiani, sia resa disponibile all’agricoltura, generi energia pulita, non venga sprecata per alcun motivo.
Dico questo con molta amarezza, perché conosciamo bene cosa freni oggi l’effettiva messa a disposizione di questa risorsa ai cittadini. Conosciamo le intollerabili percentuali di spreco del prezioso liquido che si perde lungo condotte colabrodo e non dimentichiamo che recentemente una città come Messina è rimasta per giorni a secco mentre, ancora al Sud, ci sono centri urbani in cui l’erogazione avviene poche ore al giorno.
Il settore delle risorse idriche nel nostro presenta ancora molteplici aspetti di criticità nonostante i ripetuti interventi correttivi e sostitutivi previsti dal legislatore nel corso degli anni e messi in campo da questo Governo e, quindi, dal Ministero.
Oggi non è stato ancora superato il problema della frammentazione gestionale (il 25% dei Comuni gestiti in economia, un 15% ancora diverse e solo il 60% presenta gestione coerenti con la normativa vigente, e cioè ovvero concessioni a terzi, società miste e gestioni in house)
Analogamente a tutt’oggi non esiste una corretta ed esaustiva pianificazione d’ambito propedeutica ad un corretto a affidamento del servizio.
Per il superamento della frammentazione gestionale preme evidenziare il Ministero ha fornito una lettura in punta di diritto che evidenzia innanzitutto il perimetro e la qualifica del servizio idrico integrato come servizio pubblico a rilevanza economica appartenente quindi alla categoria comunitaria dei Servizi di Interesse Economico Generale (SIEG) nell’unità logica dell’Ambito Territoriale Ottimale, come unità minima di organizzazione dei servizi; ne conferma l’unicità gestionale ai sensi del codice ambientale che prevede, in piena aderenza rispetto all’ordinamento europeo, che l’affidamento possa avvenire in concessione a terzi, con società mista o con società in house.
Alla luce di ciò, il Ministero argomenta e motiva le peculiarità che distinguono le due tipologie di deroga all’unicità della gestione previste dalla legge ricostruendo nel dettaglio le due fattispecie e le casistiche di riferimento, senza che ciò metta in discussione il principio dell’affidamento al gestore unico d’ambito. So che ciò è stato apprezzato dalla stessa ANEA la quale ha inviato questa nota a tutti i suoi associati come circolare interpretativa del Ministero.
La Pianificazione d’ambito ancora manca in molte aree del paese. Alla fine del 2014 le Regioni che non avevano ancora individuato l’ente di governo d’ambito erano Calabria, Campania, Molise, Sicilia.
Tali Regioni sono state tutte diffidate a provvedere, avviando quindi l’iter per l’esercizio dei poteri sostitutivi da parte del Governo e per esso del Ministero.
Inoltre per quanto riguarda la Regione Lazio, risulta non ancora affidato il servizio idrico nell’ATO 3 Lazio Nord Rieti: solo il 15 settembre 2015 è stato sottoscritto l’atto costitutivo della società di gestione in house “Acqua Pubblica Sabina”.
Nel dicembre 2015 sono state diffidate le Regioni Abruzzo e Basilicata in quanto i rispettivi Enti di Governo, sebbene identificati, non erano effettivamente costituiti ed operativi.
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